Disperazione e speranza di Dionisio Pinzón
Ma in quel periodo sua madre morì. Sembrava che avesse scambiato la sua vita con quella dell’“ala storta”, come finì per chiamarsi il gallo dorato. Mentre questo continuava a vivere e rivivere, la madre di Dionisio Pinzón si piegò fino a morire, ammalata di miseria. Molti anni di privazioni; giorni interi di fame e nessuna speranza la uccisero più rapidamente. E proprio quando lui credeva di aver trovato il coraggio per lottare con fermezza per entrambi, la madre non aveva più né rimedio, né volontà per recuperare le forze perdute.

Il fatto è che morì. E Dionisio Pinzón dovette organizzare il funerale senza avere nemmeno i soldi per comprare una bara. Forse fu allora che iniziò a odiare San Miguel del Milagro. Non solo perché nessuno gli tese la mano, ma anche perché si presero gioco di lui. La verità è che la gente rideva della sua strana figura mentre attraversava la strada con una specie di gabbia fatta con le assi marce della porta, e dentro di essa, avvolto in un tappeto, il cadavere di sua madre.

Tutti quelli che lo videro lo derisero, credendo che stesse portando a gettare un animale morto. Per peggiorare la situazione, lo stesso giorno, oltre all’abbandono della madre, dovette annunciare la fuga di Tomasa Leñero, la ragazzina che avrebbe voluto sposare se non fosse stato per la sua povertà:
– Tomasa Leñero – diceva. – Quattordici anni compiuti. Sembra che sia scappata il giorno 24 di questo mese con Miguel Tiscareño. Miguel, figlio di genitori defunti. Tomasa, figlia unica di don Torcuata Leñero, che supplica di sapere dove si trova.
Così, con il suo doppio dolore, Dionisio Pinzón andò da un angolo all’altro, fino a dove il paese si dissolveva in terreni incolti, gridando il suo annuncio, che più che un resoconto sembrava un lamento funebre. Si appoggiò a una pietra dopo il suo faticoso percorso e lì, con il volto indurito e un’espressione rancorosa, giurò a sé stesso che mai più lui, né nessuno dei suoi, avrebbe sofferto la fame…

Il giorno dopo, alle prime luci dell’alba, se ne andò per sempre. Portava solo un piccolo fagotto di stracci, e sotto il braccio piegato, proteggendolo dall’aria e dal freddo, il suo gallo dorato. E in quell’animaletto ripose la sua fortuna, andando per il mondo.

Crediti
 Juan Rulfo
 Il gallo dorato
 Pinterest • Salvador Dalì  • 




Quotes per Juan Rulfo

Là troverai il mio luogo del cuore. Il posto che ho amato. Dove i sogni mi hanno reso magro. Il mio paese, sollevato sulla pianura. Pieno di alberi e di foglie come un salvadanaio dove abbiamo conservato i nostri ricordi. Sentirai che lì uno vorrebbe vivere per l'eternità. L'alba; la mattina; il mezzogiorno e la notte, sempre gli stessi; ma con la differenza dell'aria. Lì, dove l'aria cambia il colore delle cose; dove la vita si respira come se fosse un mormorio; come se fosse un puro mormorio della vita...  Pedro Páramo

La gente muore dovunque. I problemi umani sono uguali ovunque. Non sono temi nuovi l'amore, la morte, l'ingiustizia, la sofferenza, che sono suggeriti a Pedro Páramo. Mi hanno detto che è un romanzo d'amore per i senzatetto. Non lo so. Narro la ricerca di un padre come una speranza. Come chi cerca la propria infanzia e cerca di recuperare i suoi giorni migliori, e in questa ricerca trova solo delusione e delusione. E alla fine la sua speranza crolla come un mucchio di pietre.  su Pedro Brughiera