Dissonanze elettroniche in forma di cigolii

Eskimo è un punto di non ritorno. Il disco impagina ambientazioni sonore di elementi auditivi primordiali in un continuo gioco di sottrazioni. L’inizio espone uno scenario rabbrividente fatto di bufera, sciacquii disordinati e mantra alieni con grancassa; una dissonanza improvvisa innesta nuove fonti sonore (versi subumani, acqua, tormenti, etc.) tese nell’angoscia. Nella transizione al secondo quadro la bufera e le percussioni si moltiplicano e intensificano l’atmosfera; nel silenzio assoluto compare un’aurora di synth ambientale attraverso una performance vocale sciamanica sovrastata da forti mugolii. Uno strumento a corda atonale e un canto nasale in trance lanciano una serie di miasmi ultrasonici che arrivano a confondersi in toto col vento: la scena accelera in un crescendo di rincorse sonore. Quindi riemerge il fragore collettivo su dissonanze elettroniche in forma di cigolii e una spettrale nota d’organo. Una parata di percussionismo totale (che non si distingue dal rumore puro) incalza fino a incitare cori di guerra. Da un vocío elettronico in dialogo, soverchiato da un coro acuto ed un poderoso apparato tribale, emergono strati di formule corali invocanti, fino a che la ramanzina sprofonda nel silenzio. Un crescendo di suoni indefiniti prelude a un numero da parte del vento (vero protagonista dell’opera) in sub-frequenza, a compiere espansioni timbriche al limite dell’udibile. Un’esplosione vocale deforme apre un’oasi di brusio infernale, con pianto e voci sataniche; in una nuova comparsa, lo sciamano brutale prende a recitare un oscuro rosario a furia di latrati. La risposta del coro è una litania propiziatoria e irridente sulla società occidentale e suoi simboli-slogan (Money-Money…, Coca-Cola is Life…). La litania incessante diviene confuso, terrificante vociare cui si aggiunge un cupo rimbombo vocale, nuovamente a confondersi col vento. Il finale riparte da una bufera assordante: tra rintocchi funebri e voci in lontananza, la scena si arricchisce di cori diafani con improvvise impennate tribaloidi, miasmi di sottofondo e accenni di fanfare. Tutto sfuma in vocette flebili e fiati che portano melodie elementari. Un coro a più voci biascica nuovi slogan commerciali, cui s’aggiungono xilofoni e armonie remote, quasi generate dal vento. Nel momento in cui l’atmosfera sembra farsi rasserenata, tutto si scioglie al vento, a sfumare nel nulla.

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Crediti
 Michele Saran
 Il freak fantaprimitivo
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Quotes casuali

L'onore di un sovrano non deve mai essere in contraddizione con la felicità del suo paese.Napoleone Bonaparte
Non vogliamo una religione che abbia ragione quando noi abbiamo ragione. Vogliamo piuttosto una religione che abbia ragione quando noi sbagliamo.Gilbert Keith Chesterton
[Sul razzismo] Nulla sarebbe più fuorviante dell'idea di aver a che fare con qualcosa di contingente, accidentale oppure con un retaggio di epoche passate, un residuo che lo sviluppo della società e, perché no, il progresso, nell'ambito delle relazioni sociali, civili e politiche, porterebbero all'estinzione.Alberto Burgio