Il fatto psicologico della colpevolezza collettiva è una tragica fatalità. Tutti sono colpiti senza discriminazione, il giusto come il colpevole, tutti coloro che, per un qualunque motivo, si trovano in prossimità del luogo in cui fu perpetrato il fatto spaventoso. Ovviamente, ogni uomo ragionevole e coscienzioso non tradurrà sconsideratamente la colpevolezza collettiva in colpevolezza individuale, che rende l’individuo responsabile senza colpirlo. Egli sarà in grado di distinguere il criminale dal colpevole collettivo. Ma quale è la percentuale di individui coscienziosi e ragionevoli, e quanti si impegnano a esserlo o a diventarlo?
L'Io è autocoscienza, cioè posizione di sé, a un tratto, come soggetto e oggetto insieme.
Così l'uomo si vede nello specchio, che vede in sé; e pure vede nella propria immagine quegli occhi con cui guarda la propria immagine.
Giovanni Gentile Sistema di logicaOgni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.
Primo LeviBisogna salvare le ferite. Non lasciarle sole, sperdute nell'idea fissa della medicazione e della guarigione. Bisogna interrogare le ferite e aspettare le risposte. La risposta alla ferita siamo noi. I nostri gesti, le nostre possibilità accolte o respinte, i tremori e gli assalti rispondono tutti alle ferite. Perdere una ferita significa perdere una segnaletica importante per un viaggio dentro le orme dell'esistenza, un viaggio che ci accomuna e ci distingue, ci fa cantati, cantati dalla vita cruda.
Chandra Livia Candiani Questo immenso non sapereNon deve essere stato facile per il popolo conciliare la fede nella predilezione da parte del suo dio onnipotente con le tristi esperienze del suo destino infelice. Ma il popolo non si lasciò sviare, accrebbe il suo senso di colpa per soffocare i dubbi su dio, e forse alla fine fece ricorso alla imperscrutabile volontà di dio, come fanno ancor oggi i devoti.
Sigmund FreudLa seduzione è diventata il modo dominante di regolazione sociale nella società ipermoderna. Non più basata sulla costrizione o sulla disciplina, ma sull'incitamento al desiderio, sulla personalizzazione dell'offerta, sulla mobilitazione delle emozioni. Il marketing non vende solo prodotti, ma stili di vita, esperienze, frammenti di identità desiderabili, penetrando così nell'intimità.
Gilles Lipovetsky L'impero dell'effimero
La banalità del male di Hannah Arendt
Arendt esplora il processo di Adolf Eichmann, uno degli organizzatori dell’Olocausto, e riflette su come il male possa essere compiuto da persone comuni, non necessariamente malvagie. Il libro tratta temi di colpevolezza e responsabilità, collegandosi al concetto di colpevolezza collettiva.
Colpa e nevrosi di Sigmund Freud
In questo testo, Freud analizza il senso di colpa e la sua origine nelle dinamiche psicologiche individuali, collegando la colpa al senso di responsabilità e alla repressione inconscia. Il tema della colpa collettiva può essere paragonato alla colpa individuale di cui parla Freud.
Il concetto di colpa di Karl Jaspers
Jaspers discute il concetto di colpa nelle sue varie forme: criminale, politica, morale e metafisica. Il libro si interroga su come la colpa possa essere attribuita e su chi debba portarne il peso, temi che risuonano con la riflessione sulla colpevolezza collettiva.
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