Per Balducci era più che evidente che la situazione dopo Hiroshima avesse del tutto modificato le logiche della guerra, mettendo in discussione qualsiasi concezione di guerra giusta e perfino di guerra difensiva.
Ma pare che siamo ancora molto lontani da queste visioni, ascoltando i responsabili della politica mondiale ci sarebbe veramente da avere paura, se la nostra fede non ci dicesse che sempre e comunque la stupidità e la violenza finiscono per distruggere sé stesse.
Poco dopo avere scritto quelle parole, il 25 aprile del 1992, Balducci moriva in un terribile incidente stradale.
Era nato nel 1922, festeggiamo perciò i 100 anni dalla sua nascita e i 30 dalla sua morte.
Ricordo con commozione quando mi inviò il libro di Panikkar, La torre di Babele, pubblicato nella Collana Uomo planetario che dirigeva, dedicandomelo proprio così: a Marco Guzzi, uomo planetario.
La sua voce e il suo pensiero tornano spesso a consolarci.
Dobbiamo recuperare tutte le sementi evolutive che sono state già sparse nella storia degli ultimi decenni.
Dobbiamo cioè costruire una nuova genealogia dei nostri antenati spirituali, perché solo così, come ricordava spesso Franco Fortini, saremo in grado di ispirare i nostri successori, e di dare forza e luce potente ai figli dei figli dei nostri figli.
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