Pensare l’essenza è essenzialmente l’essenza del pensare, essenziale al pensare come identità tra pensare e l’essenza (e non v’è, quindi, essenza dell’identità). Questo essenziale pensare non appartiene all’io pensante: esso è anche se l’io di fatto non fosse e non pensasse; l’io non aggiunge né toglie nulla all’essenza e il suo pensiero, in quanto suo appunto, è l’inessenziale, anzi, in tanto esso può effettivamente pensare (e non ripiegarsi sulla sua trionfante miseria) solo in quanto l’essenza non dipende da esso e dal venire pensata.
Dottrina dell’essere
Dottrina dell'essere
A. Essere
Essere, puro essere, – senza nessun’altra determinazione. Nella sua indeterminata immediatezza esso è simile soltanto a sé stesso, ed anche non dissimile di fronte ad altro; non ha alcuna diversità né dentro di sé, né all’esterno. Con qualche determinazione o contenuto, che fosse diverso in lui, o per cui esso fosse posto come diverso da un altro, l’essere non sarebbe fissato nella sua purezza. Esso è la pura indeterminatezza e il puro vuoto. – Nell’essere non vi è nulla da intuire, se qui si può parlar d’intuire, ovvero esso è questo puro, vuoto intuire sé stesso. Così non vi è nemmeno qualcosa da pensare, ovvero l’essere non è, anche qui, che questo vuoto pensare. L’essere, l’indeterminato Immediato, nel fatto è nulla, né più né meno che nulla.
B. Nulla
Nulla, il puro nulla. È semplice somiglianza con sé, completa vuotezza, assenza di determinazione e di contenuto; indistinzione in sé stesso. – Per quanto si può qui parlare di un intuire o di un pensare, si considera differente, che s’intuisca o si pensi qualcosa oppure nulla. Intuire o pensar nulla, ha dunque un significato. I due si distinguono; dunque il nulla è (esiste) nel nostro intuire o pensare, o piuttosto è lo stesso vuoto intuire e pensare, quel medesimo vuoto intuire e pensare ch’era il puro essere. – Il nulla è così la stessa determinazione o meglio assenza di determinazione, epperò in generale lo stesso, che il puro essere.
C. Divenire
Il puro essere e il puro nulla son dunque lo stesso. Il vero non è né l’essere né il nulla, ma che l’essere, – non passa, – ma è passato, nel nulla, e il nulla nell’essere. In pari tempo però il vero non è la loro indifferenza, la loro indistinzione, ma è anzi che essi non sono lo stesso, ch’essi sono assolutamente diversi, ma insieme anche inseparati e inseparabili, e che immediatamente ciascuno di essi sparisce nel suo opposto. La verità dell’essere e del nulla è pertanto questo movimento consistente nell’immediato sparire dell’uno di essi nell’altro: il divenire; movimento in cui l’essere e il nulla son differenti, ma di una differenza, che si è in pari tempo immediatamente risoluta.
Crediti
Ancora nessun commento