Amare sé stessi: un dovere già presupposto dalla moraleI doveri verso noi stessi devono esser, come tutti i doveri, o doveri di diritto o doveri d’amore. I doveri di diritto verso di noi sono impossibili a causa dell’evidente principio volenti non fit iniuria (se uno è consenziente non esiste l’offesa), perché ciò che faccio è sempre quello che voglio; così da parte di me stesso mi accade sempre soltanto ciò che voglio io, e per conseguenza mai un torto. In quanto poi riguarda i doveri d’amore verso di noi, la morale trova il suo lavoro già fatto e arriva troppo tardi. L’impossibilità di trasgredire il dovere dell’amore di sé è già presupposta dal supremo comandamento della morale cristiana: Ama il tuo prossimo come te stesso; per cui l’amore che ognuno nutre per sé stesso è accettato in anticipo come il massimo ed è condizione di ogni altro amore; ma non viene aggiunto: Ama te stesso come il tuo prossimo, poiché ognuno sentirebbe che vi è richiesto troppo poco.

Crediti
 Arthur Schopenhauer
 Il fondamento della morale
 SchieleArt •   • 




Quotes per Arthur Schopenhauer

Ogni vero e puro amore è compassione, e ogni amore che non sia compassione è egoismo.  Il mondo come volontà e rappresentazione

Nature singolari, tipi originali possono essere felici solo grazie a circostanze singolari, che si adattano alla loro natura come quelle comuni agli uomini comuni; e queste circostanze, a loro volta, possono sorgere solo da un incontro particolarissimo con nature singolari di tipo del tutto diverso, che però si adattano alle prime. Per questo gli uomini rari e singolari sono raramente felici.  Manoscritti giovanili

Ciò che rende gli uomini socievoli è la loro stessa incapacità a sopportare la solitudine, e con questa se stessi. Il vuoto e il fastidio interiori rappresentano lo stimolo che li spinge tanto verso la compagnia, quanto verso i viaggi e i paesi lontani.

Il mezzo più sicuro per non diventare molto infelici consiste nel non chiedere di diventare molto felici, dunque nel ridurre le proprie pretese a una misura assai moderata in fatto di piacere, possesso, rango, onore, eccetera: infatti proprio l'aspirazione alla felicità e la lotta per conquistarla attirano grandi sventure. Ma la moderazione è saggia e opportuna già per il fatto che è davvero facile essere molto infelici, mentre è non solo difficile, ma assolutamente impossibile essere molto felici.  L'arte di essere felici

La vista di una bella contrada acquieta in un modo mirabile la tempesta delle passioni, la veemenza del desiderio e del timore e ogni tormento del volere; e lo fa invitando, anzi costringendo quasi, al puro conoscere senza volontà, con cui entriamo in un altro mondo dove tutto ciò che concerne la nostra volontà, per quanto ci angosciasse, non esiste affatto, non ha potere su di noi; di noi rimane solo, infatti, il puro soggetto del conoscere; è lo stesso per lui se l'individuo dai cui occhi ora guarda è un mendicante straziato o un re potente.  Manoscritti giovanili


Riferimenti