Gettando manate di cavoli nella pentola che bolliva Filomena silenziosamente piangeva, piangeva la sua croce di avere un marito che non credeva né a Dio né ai Santi.
– Piangi sulla tua ignoranza, che è più nera della morte.
– I miracoli – insorse Filomena – ci sono i miracoli: i miracoli non li può negare nessuno…
– Questo è il bello della storia: che ci sono i miracoli… Io mi ricordo quando tua madre vide in sogno santa Filomena, e aveva tre numeri in mano: e la vecchia li giuocò e vinse il terno. Santa Filomena che porta i numeri del lotto, già la cosa era da ridere… Ma c’è di peggio: c’è che un prete, che aveva visioni di santa Filomena, per queste visioni è diventato quasi Santo; un prete francese, non ricordo come si chiamasse…
– Lo vedi che santa Filomena c’è?
– Caspita, che testa! Santa Filomena non c’è, bestia che sei: ed è il Papa stesso che te lo dice… E che interesse può avere il Papa, in questo caso, a dirti una cosa per un’altra: per far nascere cagnara?… Santa Filomena non esiste: e basta… Ed il bello è che pur non essendo mai esistita quel prete francese e tua madre, e tanti altri preti, e tante altre donne l’hanno vista così come io vedo te.
– C’è – disse Filomena, ferma come una roccia.
– Non c’è, non c’è mai stata – disse Michele – e la caleranno giù dall’altare: e al posto di santa Filomena metteranno un’altra Santa e tu continuerai a portare i ceri in chiesa, a far dire messe, a votare secondo il consiglio dell’arciprete… E tua madre vincerà qualche altro terno, coi numeri che le darà la nuova Santa… Finché non verranno a dirvi che un tizio aveva sbagliato ancora a leggere una lapide…
Uscì dalla cucina e sedette a tavola, aspettando che Filomena gli portasse i cavoli e l’uovo bollito. Tirò dalla tasca il giornale come ogni sera; lo aprì. Se ne era dimenticato: invece di fare quella discussione inutile, ché discutere con una donna è come lavare la testa all’asino, avrebbe potuto leggersi in pace «L’Unità». Il suo occhio corse per i titoli: Registrata dagli osservatorii di tutto il mondo Esplosa nella Nuova Zemlija la «superbomba» sovietica Disarmo generale! «Quando ci vuole ci vuole: ora lo sanno che la nostra bomba è più forte della loro». Al XXII Congresso del PCUS Decisa la rimozione di Stalin dal mausoleo.
– Gli occhiali – gridò – portami gli occhiali – che per lo scritto piccolo ne aveva bisogno. Filomena portò subito gli occhiali.
Michele si immerse nella lettura. Il piatto dei cavoli gli fumava davanti. Continua a p. 9 col. 3. Squassò freneticamente il giornale in cerca della pagina nove, della terza colonna. Eccola: «se accaduto per colpa di Stalin… che sia riconosciuto come irrazionale conservare la tomba di Stalin nel mausoleo… La risoluzione è messa ai voti. I delegati alzano il mandato rosso. La proposta di rimozione della salma di Stalin è approvata alla unanimità».
Violentemente la mano di Michele Tricò lanciò il giornale verso il soffitto; i fogli planarono parte sul pavimento, parte sulla macchina da cucire.
– Che c’è? – domandò Filomena.
Michele affondò la forchetta nel piatto dei cavoli. La moglie lo guardava, preoccupata che si riprendesse la questione della Santa.
– Niente – disse Michele – niente.
E che interesse può avere il Papa?
Crediti
Quotes per Leonardo Sciascia
Ancora nessun commento