È il corpo che muore, in fin dei conti
Sono tante le cose brutte nell’avere un corpo. È talmente vero che non ci sarebbe bisogno di esempi, ma citiamo solo brevemente il dolore, le ferite, i cattivi odori, la nausea, la vecchiaia, la gravità, la sepsi, la goffaggine, la malattia, i limiti, ogni singolo scisma tra i nostri desideri fisici e le nostre reali capacità. Qualcuno dubita che ci serva aiuto per riconciliarci? Che ne abbiamo un disperato bisogno? È il corpo che muore, in fin dei conti.
Certo, avere un corpo ha anche aspetti magnifici, è solo che coglierli e apprezzarli in tempo reale è molto più difficile. Al pari di certe rare epifanie parossistiche dei sensi (come sono contento di avere gli occhi per vedere questo tramonto eccetera) i grandi atleti sembrano catalizzare la nostra consapevolezza di quanto sia meraviglioso toccare e percepire, muoversi nello spazio, interagire con la materia. Vero è che gli atleti sanno fare con il corpo cose che il resto di noi può solo sognarsi. Ma sono sogni importanti: compensano molte cose.

Crediti
 David Foster Wallace
 Federer come esperienza religiosa
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Quotes per David Foster Wallace

Quel pomeriggio la vibrazione del ventilatore si combinò con il mio violino, e le due vibrazioni produssero una risonanza che fece succedere qualcosa nella mia testa. Veramente è impossibile da spiegare, ma era una certa qualità di questa risonanza che l'aveva provocato.

Scopo degli sport agonistici non è la bellezza, anche se gli sport ad alto livello sono luogo deputato per l'espressione della bellezza umana. Il rapporto è pressappoco quello che intercorre fra il coraggio e la guerra. La bellezza umana in questione è una bellezza di tipo particolare; si potrebbe definire bellezza cinetica. La sua forza e la sua attrattiva sono universali. Sesso o modelli culturali non c'entrano. C'entra, piuttosto, la riconciliazione tra gli esseri umani e il fatto di avere un corpo.

Ma poi si arriva al punto che... cioè, se quella persona arrivi ad amarla, allora è come se la faccenda si capovolgesse. Cioè non è più che apprezzi quella persona per via di certi aspetti di quella persona; piuttosto è che cominci ad apprezzare gli aspetti di quella persona perché apprezzi la persona. Tipo come una cosa centrifuga anziché centripeta.

Quando le due vibrazioni si univano, era come se una grande forma nera si gonfiasse in un angolo della mia mente. Non posso essere più preciso nel descriverla: era grande, scura, una forma e si gonfiava; venne fuori fluttuando da qualche profondità della mia psiche che io non avevo la più pallida idea che esistesse.

Quel giorno d'estate in camera mia e quella notte nel dormitorio dell'università capii il significato della parola inferno. Capii cosa la gente voleva dire con la parola inferno. Non volevano dire la vela nera. Volevano dire i sentimenti associati.