Il piacere come unico valoreIl declino dei valori tradizionali

Nel suo libro L’era del vuoto, Gilles Lipovetsky esplora come la società moderna abbia progressivamente abbandonato i valori tradizionali in favore di un unico principio: il piacere. Le ideologie che un tempo orientavano le scelte collettive e individuali sono state sostituite da una visione incentrata sul benessere immediato, sul soddisfacimento dei desideri e sulla ricerca di esperienze piacevoli.

La ricerca del piacere come obiettivo centrale

Lipovetsky osserva che il piacere è diventato il valore dominante in tutte le sfere della vita sociale. L’individuo moderno, privo di punti di riferimento ideologici e culturali, si orienta verso la realizzazione del proprio piacere personale come unica misura di successo e felicità. La cultura del consumismo ha incentivato questo atteggiamento, facendo del piacere un obiettivo da raggiungere attraverso l’acquisto di beni, esperienze e stili di vita.

Il piacere e la cultura del consumo

Il consumismo gioca un ruolo fondamentale nella centralità del piacere. In un mondo dove ogni desiderio è soddisfatto dal mercato, il piacere si trasforma in un prodotto da consumare e scoprire. Le merci non sono più soltanto oggetti utilitari, ma promesse di esperienze emozionali. Prodotti e servizi vengono venduti non solo per la loro funzionalità, ma per il piacere che promettono di offrire, creando una continua ricerca di novità e soddisfazione immediata.

La superficialità del piacere moderno

Lipovetsky sottolinea che la ricerca del piacere, in una società dominata dal consumo, è spesso superficiale e momentanea. La gratificazione istantanea, tipica della nostra epoca, riduce il piacere a una dimensione immediata e fugace, priva di un significato più profondo. In questa ottica, la capacità di godere della vita è misurata dall’intensità dell’esperienza presente, ma senza la consapevolezza delle sue implicazioni a lungo termine.

Il piacere nel contesto sociale

Nel contesto sociale, la ricerca del piacere ha anche influenzato le relazioni interpersonali. Le persone, sempre più focalizzate sul piacere immediato, tendono a vivere le relazioni come scambi utilitaristici, dove l’affetto e il legame autentico sono sostituiti dalla gratificazione che si ottiene dalla compagnia dell’altro. Questo fenomeno contribuisce alla fragilità dei legami sociali e alla difficoltà di costruire relazioni durature.

Il piacere e la crisi del significato

Lipovetsky associa la centralità del piacere alla crisi del significato che caratterizza la società postmoderna. Poiché non esistono più ideologie forti o valori condivisi, l’unico criterio di riferimento per gli individui è il piacere. Questo porta a una sorta di vuoto esistenziale, dove il piacere non è più un mezzo per raggiungere qualcosa di più grande, ma diventa l’unico fine, riducendo la vita umana a una ricerca senza scopo.

Il rischio del narcisismo

L’enfasi sul piacere può anche alimentare il narcisismo. Lipovetsky osserva che la società moderna, concentrata sul piacere personale e sulla soddisfazione immediata, rischia di produrre individui sempre più autoreferenziali e distaccati dal bene comune. La cura di sé diventa un obiettivo primario, ma spesso a discapito della solidarietà e della connessione con gli altri.

La visione di una felicità edonistica

La felicità, intesa come piacere edonistico, è un altro aspetto centrale nel pensiero di Lipovetsky. La ricerca di piaceri immediati e la volontà di evitare la sofferenza diventano le motivazioni primarie dell’individuo moderno. Questo tipo di felicità, però, è instabile e non conduce a una soddisfazione duratura, ma a un ciclo continuo di desiderio e delusione.

Riepilogo

Crediti
 Autori Vari
  Pubblicato in Italia nel mese di mese di marzo 2005
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     Pier Paolo Pasolini  

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