José Clemente Orozco
Jacques Derrida, uno dei filosofi più influenti del XX secolo, ha sfidato le certezze della tradizione filosofica occidentale, svelandone le basi instabili. Con la sua idea di *deconstruzione*, Derrida ha introdotto un modo di pensare che non cerca di distruggere, ma di analizzare e rivelare ciò che spesso viene celato nelle strutture del linguaggio e del pensiero. Secondo Derrida, il linguaggio non è semplicemente un mezzo per comunicare, ma uno spazio complesso dove si intrecciano significati, contraddizioni e ambiguità. Ciò che viene detto porta sempre con sé un’ombra di ciò che non è detto, aprendo spazi di interpretazione che destabilizzano le certezze apparenti.

La deconstruzione non è un atto di demolizione, ma uno strumento critico che mira a mettere in luce i presupposti nascosti di un testo o di una teoria. Derrida ci mostra che le opposizioni binarie su cui si fonda gran parte del pensiero occidentale – come vero/falso, presenza/assenza, significante/significato – non sono naturali né definitive, ma costruzioni culturali che possono essere decostruite per rivelarne i limiti. Questo processo non implica un semplice ribaltamento delle gerarchie, ma piuttosto un’esplorazione delle tensioni e delle contraddizioni che vi si nascondono.

La filosofia di Derrida si distingue anche per la sua attenzione alla scrittura e alla traccia. Contrariamente alla tradizione filosofica che privilegia l’oralità e la presenza immediata del discorso, Derrida sottolinea l’importanza della scrittura come spazio in cui i significati si moltiplicano e si differiscono nel tempo. La sua idea di *différance* – un termine che gioca sul doppio significato di differenza e differimento – è centrale per comprendere come il senso non sia mai fisso, ma costantemente in movimento.

L’eredità di Derrida è quindi un invito a guardare oltre l’ovvio, ad abbracciare la complessità e l’incertezza come parte integrante del pensiero. La sua filosofia non fornisce risposte definitive, ma ci sprona a interrogarci sulle basi stesse delle nostre convinzioni. Attraverso Derrida, siamo spinti a esplorare nuove prospettive e a riconoscere che il linguaggio e il pensiero nascondono tanto quanto rivelano, aprendo la strada a una comprensione più profonda del mondo e di noi stessi.

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    Grazie al passo indietro lasciamo libera la cosa del pensiero [...].
    Senza mai perdere di vista la differenza, ma al tempo stesso già liberandola.
     Martin Heidegger    Identità e differenza

  • Anche se ci si ritiene persone del dubbio, si corre il rischio di muoversi comunque nel recinto di ciò che è ovvio.
    Nietzsche trascende la logica tradizionale, si libera dei luoghi comuni della metafisica e dei pregiudizi della filosofia.
    Sprona ad uscire da quella che potremmo dire "comfort zone intellettuale", osare, pensare, divenire veri spiriti liberi.
    Oggi, come mai prima, occorre sforzarsi per comprendere il suo pensiero, perché ci diciamo emancipati mentre ci assopiamo tra le morbide coperte della mediocrità.
     Friedrich Nietzsche    Al di là del bene e del male

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     Platone  

  • Nel modello del filosofo inglese Thomas Hobbes, che ha influenzato profondamente la nostra filosofia politica, il contratto con cui i poteri erano trasferiti al Sovrano presupponeva la paura reciproca e la guerra di tutti contro tutti: lo Stato era per l'appunto ciò che doveva mettere fine alla paura. Nello Stato di sicurezza questo modello è ribaltato: lo Stato si fonda durevolmente sulla paura e deve sostenerla ad ogni costo, perché da essa trae la sua funzione essenziale e la sua legittimazione.
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