Ieri Dio era concepito come Signore onnipotente e spesso esperito come opprimente Super-Io da cui procedeva un’etica eteronoma. Oggi il nuovo Dio è l’Io, che spadroneggia e distrugge l’etica perché conosce solo la piatta religione del successo e del profitto. Domani la rinascita, se mai ci sarà, sorgerà se ci convinceremo che dentro di noi c’è qualcosa più importante di noi: un’esperienza che si può definire Ultra-Io.
Dal Super-Io opprimente siamo passati all’Io-Super altrettanto opprimente: si potrà uscire da questa trappola solo scoprendo un Ultra-Io liberatore.
Questo Ultra è veicolato dalla coscienza morale. Esso attesta la nostra originaria luminosità, la nostra originaria nobiltà interiore. Il vero Dio non è sopra di noi, se non nel senso dell’aggettivo latino altus, che significa al contempo sia «alto» sia «profondo». È l’esperienza vissuta e testimoniata da sant’Agostino: «Sed melius quod interius»; tradotto con: «Ma più prezioso ancora è ciò che ho dentro».
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