C’è una relazione interna tra desiderio e soddisfacimento così come tra voler dire e dire, tra aspettativa e adempimento. Il cercare presuppone che io sappia ciò che sto cercando. Come so di aver trovato proprio quello che ho cercato finora? Lo so poiché ciò che ho trovato subentra a ciò che cercavo. Allo stesso modo so che qualcosa appaga il mio desiderio in quanto ciò che ora mi appaga è subentrato al desiderio, ha colmato la mancanza: l’evento che subentra all’aspettativa è la risposta all’aspettativa. Il desiderio appare così come un contenitore che aspetta di essere riempito: il suo soddisfacimento sembra predeterminato. Desiderio e appagamento sono come il volume vuoto e il volume pieno di un corpo. Il desiderio anticipa il suo soddisfacimento, ne crea in questo senso un modello. Il soddisfacimento deve essere nello stesso spazio grammaticale del desiderio, deve essere preordinato: ciò che soddisfa il desiderio è ciò che è precisamente desiderato da esso. La forma piena può sostituire quella vuota solo in quanto quest’ultima, quella del desiderio, è simile a ciò che la riempie, al suo soddisfacimento, è simile cioè all’evento della realtà che ne prende il posto.

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Nietzsche, accompagnato dalla sua cattiva reputazione di pensatore dei nazisti, fu poi riconsiderato, agli inizi degli anni ’60 del ventesimo secolo, da quel movimento che prese il nome: Nietzsche-Renaissance o il rinascimento nietzscheano, e soprattutto ⋯ BR>
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Vent’anni fa, quando è stato pubblicato il nostro libro Impero, i processi economici e culturali della globalizzazione erano al centro della scena: tutti potevano vedere che stava emergendo qualcosa come un nuovo ordine mondiale. Oggi la globalizzazione è⋯ BR>
⋮ Un nuovo chiarimento della questione “Nietzsche e Stirner” ⋮
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Da giovane ho incontrato una pericolosa divinità e non vorrei raccontare a nessuno ciò che allora ho provato — tanto di buono quanto di cattivo. Così ho imparato a tacere, come pure che bisogna imparare a parlare, per ben tacere, che un uomo che vuole te⋯ BR>
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