Evita: regina tra i poveriLa odiavano, la odiano i benestanti: per povera, per donna, per insolente. Lei li sfida parlando e li offende vivendo. Nata per essere serva, o al massimo attrice in drammi economici. Evita si è spostata dal suo posto. La volevano, la vogliono i maltrattati; dalla sua bocca essi dicevano e maledicevano. Inoltre, Evita era la fata bionda che abbracciava il lebbroso e lo straccione e dava pace al disperato, la sorgente incessante che dispensava impieghi e materassi, scarpe e macchine da cucire, dentiere, corredi da sposa. I miseri ricevevano queste elemosine da fianco, non dall’alto, anche se Evita sfoggiava gioielli sgargianti e in piena estate indossava pellicce di visone. Non è che perdonassero il lusso: lo celebravano. Il popolo non si sentiva umiliato ma vendicato per i suoi abiti da regina. Davanti al corpo di Evita, circondato da garofani bianchi, il popolo passa in lacrime. Giorno dopo giorno, notte dopo notte, la fila di torce: un corteo lungo due settimane. Sospirano sollevati gli usurai, i mercanti, i signori della terra.

Crediti
 Eduardo Galeano
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Quotes per Eduardo Galeano

Ogni persona brilla con luce propria fra le altre. Non ci sono due fuochi uguali, ci sono fuochi grandi, fuochi piccoli e fuochi di ogni colore. Ci sono persone di un fuoco sereno, che non sente neanche il vento e persone di un fuoco pazzesco, che riempie l'aria di scintille. Alcuni fuochi, fuochi sciocchi, né illuminano né bruciano, ma altri si infiammano con tanta forza che non si può guardarli senza esserne colpiti, e chi si avvicina si accende.

Circa un anno fa il capo mi ha chiamato in ufficio. Mi ha detto: - Borja, perché è arrivato tardi? - Vengo in bici. Avevo il vento contro. Non potevo andare avanti. - Non mi importa di questo. La prossima volta che faccio tardi lo butto a fanculo. Da quel giorno esco da casa un'ora prima per vedere da che parte soffia il vento. I miei compagni fanno la stessa cosa. Nessuno è in ritardo. Una mattina un vento molto forte (quasi un tornado) soffio a nostro favore. Quel giorno abbiamo preso la fabbrica.

Dopo essere venuti al mondo, al principio dei loro giorni, i neonati agitano le mani, come per cercare qualcuno.
Altri medici, che si occupano di quelli che hanno già vissuto, dicono che i vecchi, alla fine dei loro giorni, muoiono cercando di alzare le braccia.
Ed è così, per quanto si voglia rigirare, e per quanto se ne parli.
A questa cosa, così semplice, si riduce tutto: tra due batter d'ali, senza altre spiegazioni, trascorre il viaggio.  Il libro degli abbracci

Oggi non è il primo giorno dell'anno per i maya, gli ebrei, gli arabi, i cinesi e molti altri abitanti di questo mondo.
La data fu inventata per Roma, la Roma imperiale, e benedetta dalla Roma vaticana, e risulta piuttosto esagerato dire che l'umanità intera celebra questo passaggio della frontiera degli anni. Però questo sì, bisogna riconoscerlo: il tempo è abbastanza gentile con noi, suoi fugaci passeggeri, e ci dà il permesso di credere che oggi può essere il primo dei giorni, e di desiderare che sia allegro come i colori di una bancarella di frutta e verdura.

Le storie si raccontano di notte, perché di notte il sacro è reale, e chi sa raccontare racconta sapendo che il nome è quella cosa che il nome nomina.