I gruppi di alberi che la stradicciola traversava ogni momento disegnavano il nero contorno del fogliame sul cielo stellato, un po’ velato da nebbie: tranquillità profonda nelle acque e nel cielo. Fabrizio non poté resistere a questo spettacolo di sublime bellezza: si fermò e si sedé su una roccia che sporgeva sul lago formando un minuscolo promontorio. Il silenzio immenso non era rotto se non a uguali intervalli dal sussurro della piccola ondata che veniva a sparir sulla sabbia. Fabrizio aveva cuore di italiano: ne chiedo scusa per lui: questo difetto che lo farà forse meno simpatico consisteva in ciò, ch’egli non aveva vanità se non per accessi; l’aspetto della bellezza sublime bastava a intenerirlo e a togliere ai suoi rancori ogni asprezza. Seduto su quello scoglio, non avendo più da stare in guardia contro gli agenti di polizia, protetto dalla notte profonda e dal vasto silenzio, sentì gli occhi bagnarsi di lacrime dolci, e gustò su quella roccia gli istanti più lieti che da gran tempo gli fosse concesso godere.
Fabrizio aveva cuore di italiano
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