Madre e figlio

La copia di un dipinto per quanto verosimile sia, resta sempre una copia, è come avere vicino a sé una copia della persona che si ama.

Il dipinto è di Pablo Picasso, quale sia dei due, penso sia evidente, se non altro per l’espressività e ciò che vi contiene dello stesso autore che l’ha dipinto, muovendo sul suo stato d’animo e d’essere. Diverso è per chi copia, perché portando l’attenzione in quella che è esecuzione altrui, può essere solo questo, scansando il proprio essere e sentire, per riprodurre, lasciando così, anche una bella copia, magari non in questo caso, ma senz’anima, più precisamente, senza l’anima di nessuno. Il titolo del dipinto, è Madre e figlio, anche se, e questo si vede bene solo nell’originale, la figura vista di profilo, dall’orecchio e dai tratti marcati, sembra maschile, tant’è, che quello che dovrebbe essere un copricapo, per la distanza da questo, dà l’impressione di una sagoma femminile in sottofondo. Se così è, a questo punto, l’autore ne ha preso il sembiante, per quello che poi, dovrebbe essere il risultato finale: la riconciliazione fra il bambino che si è stato e l’adulto che siamo; la risoluzione dei conflitti e il passaggio decisivo, dall’essere contenuto, al farsi contenitori di sé stessi. La grandezza di questa madre, che in nuce contiene il bimbo e l’uomo che sarà, si riscontra nella dolcezza e tranquillità infinita dello stesso uomo, rispetto al bimbo assorto e come preoccupato: ancora non sa, cosa gli presenterà la vita. Di certo, questa riconciliazione passa di qua, per quanto riguarda l’interpretazione, beh si sa, cosa certa non è, l’importante è che non sia una copia, e che questa come ogni cosa giusta o sbagliata che appaia, sia attraversata da noi… meglio se ci attraversa.

Crediti
 Anna Maria Tocchetto
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Quotes per Anna Maria Tocchetto

All'interno del pensiero filosofico come anche quello psicoanalitico, esistono sostanziali contrasti riguardo all’ origine dell’essere, e per quanto riguarda lo sviluppo psicologico del soggetto umano; ragion per cui, ci troviamo davanti a diverse teorie. Ora, se vogliamo capire, dobbiamo muovere interiormente con queste teorie, farci attraversare, e non pensarle solo come teorie con cui essere d'accordo o meno, perché il movimento interiore è uguale per tutti, diverso è solo il modo in cui questo si esterna, prendendo forma, parola, sfociando così, in queste diverse teorie, su quello che è il filo dello stesso movimento.

Io persisto con il gusto per l'arte e per i miei cari.

Chi ancora divide buoni e cattivi, nulla sa dell'animo umano, poiché non si tratta di bontà o cattiveria, ma il più delle volte, è solo una questione di sopravvivenza e di quieto vivere, tant'è che lo stesso giudizio muove da qui, da ciò che è nel proprio interesse e a ciò che si crede la propria incolumità. Nulla di oggettivo può esserci, nessuna stabilità, in quello che è un miscuglio di dinamiche, dove tutto ciò che si vuole è uscirne indenni, a spese della propria psiche, e sempre a favore della fisicità.

Nella debita e dovuta distanza che sempre si tiene, amare sarebbe praticamente impossibile, se non fosse per certi romanzi, che ci danno trama e ordito. Quanto siamo influenzabili? Quanto di quella vita sentimentale che diciamo nostra, è poi così nostra, a parte il sentire che ci riguarda?

I sentimenti passano attraverso l'ego, per cui non possono che essere egoisti, tutti inclusi, compresi cioè, quelli che si credono caritatevoli; indipendentemente dunque, dal nome che affibbiamo a un qualcosa che ci muove, perché non basta dare un nome a una cosa, e questa è, il nome non cambia di certo la sostanza delle cose. Il gesto che è un tutt'uno con la persona che lo compie, non ha bisogno di essere nominato. Non occorre odiare per fare e farsi male, basta semplicemente amare e farsi amare.