Mio secolo, mia belva, chi potrà
guardarti dentro gli occhi
e saldare col suo sangue
le vertebre di due secoli?
Finché vive la creatura
deve portare le proprie vertebre,
i flutti scherzano
con l’invisibile colonna vertebrale.
Come tenera, infantile cartilagine
è il secolo neonato della terra.
Per liberare il secolo in catene
per dare inizio al nuovo mondo
bisogna col flauto riunire
i ginocchi nodosi dei giorni.
Ma è spezzata la tua schiena
mio stupendo, povero secolo.
Con un sorriso insensato
come una belva un tempo flessuosa
ti volti indietro, debole e crudele,
a contemplare le tue orme.
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