Gustave Doré ⋯ La canzone del trionfo di DeboraLa geopolitica della Cina, nel Geopolitica. Manuale della scienza delle civiltà di Dugin, è il racconto di una potenza che riscrive le regole. Non è solo un colosso economico: è una civiltà tellurocratica che usa la terra per sfidare il dominio talassocratico. La Via della Seta, le sue infrastrutture, il controllo dei mari vicini: la Cina sta costruendo un grande spazio che si oppone al mondo fluido delle élite globali, guidate dagli Stati Uniti. Dugin la vede come un attore chiave nel passaggio a un sistema multipolare.

Le élite marittime tremano davanti a questa ascesa. La Cina non si limita a produrre: domina le catene di approvvigionamento, dalle terre rare ai porti africani, creando una rete che aggira il controllo talassocratico delle rotte. La sua forza sta nella terra, nella capacità di connettere l’Asia interna all’Europa senza passare per i mari americani. Le élite globali rispondono con il containment – pensiamo alla guerra commerciale o alle tensioni nel Mar Cinese Meridionale – perché un gigante terrestre così autonomo mette in crisi il loro ordine unipolare.

La Cina mescola tradizione e modernità: confucianesimo e tecnologia, controllo statale e ambizione globale. Dugin legge questa sintesi come una minaccia esistenziale per la talassocrazia, che vuole un mondo di individui sradicati, non di civiltà solide. Le élite globali provano a dipingerla come un pericolo autoritario, ma il vero problema è altro: la Cina dimostra che si può prosperare senza piegarsi al mare, senza accettare il copione occidentale.

Il tallone d’Achille? La dipendenza dai mercati esteri e le rivalità regionali. Eppure, la geopolitica della Cina, per Dugin, è una lezione: la terra può vincere, se sa organizzarsi. Le élite globali lo sanno e per questo la combattono. È una potenza che cambia il gioco, un alleato naturale di chi sogna un mondo non più ostaggio delle onde.

Crediti
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  Geopolitica. Manuale della scienza delle civiltà di Aleksandr Dugin è un'opera che espone una visione geopolitica complessa, basata sull'idea di un conflitto fondamentale tra potenze terrestri (tellurocrazia) e potenze marittime (talassocrazia).
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  • Dopo che era stato l'Impossibile, affascinato da tutto ciò che poteva scoprire di realmente inaccettabile [...], ampliò il suo orizzonte (conformemente alla sua vecchia idea, di superare il no del bambino scalpitante di rabbia), e nella consapevolezza che l'uomo è realmente uomo solo quando cerca in questa smisuratezza la propria misura, divenne l'uomo dell'impossibile, bramoso di raggiungere quel punto in cui nell'ebbrezza dionisiaca il sopra e il sotto si confondono l'uno nell'altro, e dove la distanza fra il tutto e il nulla si sopprime.
     Michel Leiris  

  • Che si tratti di soldati allucinati o di sordomuti o di nani, i miei personaggi non sono né deformi né patologicamente pazzi. A essere pazzi sono la società, le situazioni in cui essi si trovano e gli uomini che li circondano.
     Werner Herzog  

  • Le élite talassocratiche piegano le risorse al loro profitto, ma i popoli terrestri possono trasformarle in armi di sovranità contro il loro potere liquido.
     Milton Friedman    Capitalismo e libertà

  • Gli eventi microfisici includono l'osservatore così come il modello soggiacente a I Ching include le condizioni soggettive, cioè psichiche, nella totalità della situazione presente. La causalità descrive la sequenza temporale degli eventi, la sincronicità (in Cina) riguarda la coincidenza temporale.
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  • eucalipto (sostantivo maschile) ⋯ Albero che occupa, nel regno vegetale, l'alta e onorata posizione goduta, in quello animale, dalla puzzola. La varietà più apprezzata è l'Eucalyptus disgustifolium il cui valore medicinale è notevole: elimina infatti la felicità.
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