Nessuno dà all’uomo – né Dio, né la società, né i suoi genitori e antenati, né lui stesso – le sue proprie caratteristiche. Nessuno è responsabile della sua esistenza, del suo essere costituito in questo o in quel modo, di trovarsi in quella situazione e in quello ambiente. La fatalità della sua natura non può essere districata dalla fatalità di tutto ciò che fu e che sarà. Egli non è la conseguenza di un personale proposito, di una volontà, di uno scopo, non è che con lui si faccia il tentativo di raggiungere un orale di uomo o un ideale di felicità o un ideale di moralità – è assurdo voler far rotolare la sua natura verso un qualsivoglia scopo (…).Si è necessari, si è un frammento di fato, si appartiene al tutto, si è nel tutto – non c’è nulla che possa giudicare, misurare, verificare, condannare il nostro essere, giacché questo equivarrebbe a giudicare, misurare, verificare, condannare il tutto… Ma fuori del tutto non c’è nulla!
Fuori del tutto
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