Appena compiuto questo odioso crimine, mi posi immediatamente e con fredda deliberazione all’impresa di occultare il cadavere. Sapevo che non mi era possibile rimuoverlo dalla casa, né di giorno né di notte, senza correre il rischio di essere notato dai vicini. Formai nella mia mente molti progetti. A tutta prima pensai di tagliare il cadavere in pezzi minuti e di distruggerli nel fuoco. In un secondo tempo decisi di scavare una fossa nel pavimento della cantina. Poi architettai di gettarlo nel pozzo del cortile, oppure di porlo dentro una scatola, come se fosse della merce, e ordinare al portiere di portarlo via da casa. Infine escogitai quello che mi parve l’espediente migliore. Decisi di murarlo nella cantina stessa, come si narra solessero murare le proprie vittime i monaci medievali. La cantina era adattissima a uno scopo come il mio. Le sue pareti erano state costruite rozzamente, e di fresco intonacate con cemento grossolano, cui l’umidità atmosferica aveva impedito d’indurirsi. Inoltre in una delle pareti vi era uno sporto, provocato da un falso camino, o caminetto, che era stato riempito e trasformato in modo da somigliare al resto dello scantinato. Mi assicurai che mi sarebbe stato facile spostare i mattoni in quel punto, inserirvi il cadavere, e tornare a murare il tutto come prima, in modo che nessun occhio umano potesse scorgervi alcunché di sospetto.
I miei calcoli non dovevano ingannarmi. Con l’aiuto di una sbarra di ferro scostai facilmente i mattoni, e dopo avere accuratamente deposto il cadavere contro la parete interna, lo puntellai in quella posizione mentre andavo via via riaccomodando senza fatica l’intera opera muraria così come era stata originariamente costruita. Mi ero procurato con tutte le possibili cautele della calce e della sabbia, avevo preparato l’intonaco in modo che non era assolutamente possibile distinguerlo dal vecchio, e con esso ricopersi accuratamente la nuova opera muraria. Quando ebbi finito mi accorsi con soddisfazione di aver compiuto un buon lavoro. Il muro non sembrava essere stato manomesso minimamente. Spazzai con attenzione minutissima il pavimento dei rifiuti e delle scorie di cui lo avevo sporcato. Mi guardai attorno trionfante e dissi a me stesso: Meno male! Le mie fatiche non sono state vane.
Subito dopo, il mio primo pensiero fu quello di andare in cerca dell’animale che era stata la causa di tanta sciagura, poiché ero ormai fermamente deciso ad ucciderlo. Se fossi stato in grado di acchiapparlo in quel momento, il suo destino sarebbe stato indubbiamente segnato, ma, a quel che pareva, l’astuta bestia si era spaventata del mio precedente accesso di collera, e si guardava bene dal presentarsi al mio cospetto, date le attuali condizioni del mio umore. Mi è impossibile descrivere, o fare immaginare al lettore, il senso profondo, quasi estatico di sollievo che la constatazione della scomparsa dell’odiata creatura suscitò nel mio petto. Per tutta quella notte non si fece vedere, e così per una notte almeno, da quando si era introdotto nella mia casa, riuscii a dormire di un sonno profondo e pacifico; sì, DORMII nonostante il peso del delitto che mi gravava sull’anima! Passò il secondo giorno, passò il terzo, ma il mio tormentatore non comparve. Tornai a respirare come un uomo libero.
*Il Gatto Nero* di Edgar Allan Poe è il racconto di un alcolizzato che acceca e impicca il suo gatto nero. Dopo un incendio, un nuovo gatto con una macchia a forma di forca appare. In un raptus, l'uomo uccide la moglie e la mura nella cantina, intrappolando inconsapevolmente anche il gatto. Le urla della bestia rivelano il crimine, mostrando come la colpa si autopunisce.
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L'amore è dolce e bello ma può essere accompagnato da una terribile paura: la paura dell'avvenire e del rischio di andare troppo oltre, la paura che il tutto conduca soltanto alla morte della nostra cosiddetta libertà, la paura di essere feriti, perché amare significa diventare vulnerabili. Amare è sempre un rischio.
Jean VanierMeglio morire combattendo per la libertà che vivere da schiavi.
Bob MarleySe questo mondo fosse un piano infinito e navigando a oriente noi potessimo sempre raggiungere nuove distanze e scoprire cose più dolci e nuove di tutte le Cicladi o le Isole del Re Salomone, allora il viaggio conterrebbe una promessa. Ma, nell'inseguire quei lontani misteri di cui sogniamo, o nella caccia tormentosa di quel fantasma demoniaco che prima o poi nuota dinanzi a tutti i cuori umani, nella caccia di tali cose intorno a questo globo, esse o ci conducono in vuoti labirinti o ci lasciano sommersi a metà strada.
Herman Melville Moby DickQuanto più concepiamo l'uomo libero tanto più siamo obbligati a concludere che egli debba necessariamente conservare sé stesso e rimanere padrone della sua Mente, come facilmente concederà chiunque non confonda libertà e contingenza.
Baruch SpinozaL'azione è la manifestazione della libertà, ed essa richiede responsabilità.
Hannah Arendt Libertà come Esperienza Politica
Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe
Un racconto che esplora la paranoia di un assassino che nasconde un corpo, ma è perseguitato dal suono del cuore della vittima. La tensione psicologica e il tentativo di occultare il crimine si legano al testo, con un crescendo di ansia e colpa.
Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij
Un romanzo sul tormento di Raskol’nikov dopo un omicidio, tra razionalità e rimorso. La freddezza iniziale e il peso psicologico del delitto risuonano con il testo, offrendo uno sguardo profondo sul crollo interiore post-crimine.
Il profumo di Patrick Süskind
Un’opera che segue Grenouille, un assassino che agisce con calcolo e nasconde i suoi crimini. La meticolosità nell’occultare le tracce e il distacco emotivo si collegano al testo, con un’atmosfera oscura e ossessiva che amplifica il tema.
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