Egon SchieleErano degli eroi. Come ne moriva uno, un altro si faceva avanti per sostituirlo. Isolarono per primi il germe a Londra. La notizia fu telegrafata ovunque. L’uomo che aveva portato a termine l’impresa si chiamava Trask, ma nel giro di trenta ore era morto. Poi tutti i laboratori si impegnarono nella ricerca di qualcosa che uccidesse i germi della peste. Non si trovava un farmaco adatto. Il problema, vedete, era trovare un farmaco, o siero, che uccidesse i germi presenti nel corpo senza uccidere il corpo. Cercarono di combatterlo con altri germi, di iniettare nel corpo di un malato germi nemici dei germi della peste…».
E ‘sti cosi, ‘sti germi, non si vedono, obiettò Labbro Leporino e tu, Nonno, bla-bla-blateri come se fossero qualcosa, mentre non sono niente di niente. Quello che non si vede non c’è, punto e basta. Combattere cose che non ci sono con cose che non ci sono! Dovevano essere tutti bacati, a quei tempi. Per questo ci hanno rimesso la cotenna. Sai che ti dico: tu a me certe balle non le dai a bere.
Il Nonno riattaccò con le lacrime, mentre Edwin prendeva animatamente le sue difese.
Guarda che anche tu credi a un sacco di cose che non si vedono, Labbro Leporino.
Labbro Leporino scosse il capo.
Tu credi che i morti vanno in giro. E quando mai ne hai visto uno?.
E invece sì. Li ho visti l’inverno scorso, mentre andavo a caccia di lupi con mio padre.
Però sputi sempre quando attraversi un corso d’acqua lo provocò Edwin.
Lo faccio per scacciare la sfortuna si difese Labbro Leporino.

Crediti
 Jack London
 La peste scarlatta
  A cura di Ottavio Fatica
 SchieleArt •   • 



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