Giovani esclusi: il ruolo marginale nello spazio pubblicoNoi sappiamo bene che oggi lo spazio pubblico non è per nulla neutro. Al contrario, proprio perché è ormai lo spazio dell’apparire, esprime un’architettura politica. Chi non ha potere è relegato fuori, invisibile e inascoltato. Purtroppo la polizia non ha più tanto il ruolo di ripristinare l’ordine, quanto quello di difendere i confini dell’architettura politica, i limiti stabiliti. Guai a forzarli! Chi è all’interno, ben visibile, esercita così il proprio potere. Ai margini restano le donne, i precari, i migranti ‒ e i giovani. Quando si parla della scuola, o dell’università, si finisce non di rado per cadere nell’astrattezza impersonale. Quasi mai viene data la parola agli studenti. E il vero problema è che in Italia i giovani hanno un ruolo ridottissimo nello spazio pubblico. Se di tanto in tanto sono un oggetto di argomentazione, non sono, però, il soggetto riconosciuto di un confronto.

Crediti
 Donatella Di Cesare
 La vergogna dei manganelli sugli studenti
  Professoressa ordinario di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma
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