Gli assidui predicatori

Gli alberi sono sempre stati per me i più assidui predicatori.
Io li venero, quando vivono in popolazioni e famiglie, in boschi e foreste. E più ancora li venero quando se ne stanno da soli.
Essi sono come degli dèi solitari. Non come eremiti che si siano sottratti a una qualche propria debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche.
Nelle loro cime stormisce il mondo, le loro radici riposano nell’infinito; sono i soli a non sperdervisi, ma anzi con ogni energia della propria esistenza essi tendono a un unico scopo: portare a compimento la legge che in essi dimora, realizzare la propria intima fisionomia, interpretare se stessi.
Niente è più santo, niente è più significativo di un bell’albero forte.
Quando un albero è stato segato tutt’intorno alla base e mostra al sole le nude ferite mortali, allora sui lembi lucenti del suo ceppo e del suo sepolcro si può leggere l’intera sua storia; negli anelli e nelle concrescenze si trova fedelmente annotata ogni lotta, ogni dolore, ogni malattia, ogni felicità e crescita, anni miseri e anni rigogliosi, attacchi respinti, superate tempeste.
E ogni contadinesco sa che il legno più nobile e più sodo ha gli anelli più esigui, che nell’alto dei monti e in condizioni di persistente pericolo crescono i tronchi più rigogliosi, i più resistenti ed esemplari.

Crediti
 Hermann Hesse
 Vagabondaggio
 Pinterest •   • 



Tags correlati

  • Affetti tristi
    Potenza di agire

    In un mondo triste i poteri angosciano, solo gioia e azione liberano l'uomo dal contagio.

  • Passeggiata in giardino a Velate
    Percorso di vita e percorso di pensiero

    Non è necessario, scrive nel Mondo a un santo, di essere filosofo, come non è necessario che il filosofo sia santo: dire il contrario, sarebbe come sostenere che un bell'uomo debba di necessità essere un grande scultore, o che un grande scultore debba anche essere un bell'uomo.

  • Viaggio tra i Colossi con Calasso
    Viaggio tra i Colossi con Calasso

    Il peccato di Edipo, ci ha fatto intendere Hölderlin, non è l'assassinio del padre, né l'incesto. Il vero nefas, nella sua vita, egli lo evoca nell'interrogare Tiresia.

  • Il cristianesimo e l'attacco alla nobiltà
    La critica dell'uguaglianza cristiana

    Il testo critica la dottrina cristiana dell'uguaglianza, vedendola come una minaccia alla nobiltà e all'evoluzione della cultura, corrotta dal risentimento delle masse.

  • Spontanea opulenza
    Spontanea opulenza

    Nietzsche sa che è necessario affermare tutto, che il Meriggio dionisiaco non lascia alcun lembo della Terra al di fuori della sua attivazione pensante.