Gli ho parlato di tutto questo
All’ultimo anno di università pensò, correttamente, di avere forse ingravidato una delle sue compagne. In un primo momento era troppo allarmato per dirlo a sua madre, perciò venne da me. Gli assicurai che, anche se fosse veramente risultato che la ragazza era incinta, non era tenuto a sposarla. Non eravamo nel 1901. Se lei era decisa a tenere il bambino, come stava già insistendo, era una scelta sua, non di Kenny. Io ero a favore della libertà di scelta, ma questo non significava che fossi a favore della scelta che lei voleva fare al posto suo. Lo esortai a rammentarle il più spesso possibile che, a ventun anni e appena laureato, lui non voleva un figlio, non poteva mantenerlo, non intendeva in alcun modo avere la responsabilità di un figlio. Se a ventun anni lei ambiva, tutta sola, a una responsabilità del genere, questa era una decisione che prendeva separatamente. Gli offrii dei soldi per pagare l’aborto. Gli dissi che lo appoggiavo e lo esortai a non cedere. «Ma… E se lei non cambia idea? Cosa faccio – chiese lui – se oppone un netto rifiuto?» Gli dissi che, se non fosse rinsavita, la ragazza avrebbe dovuto sopportarne le conseguenze. Gli ricordai che nessuno poteva costringerlo a fare una cosa che non voleva fare. Gli dissi quello che avrei voluto che un uomo di polso avesse detto a me quando ero io in procinto di commettere il mio errore. Dissi: «Vivendo in un paese come il nostro, i cui documenti più importanti sono tutti sull’emancipazione, tutti tesi a garantire la libertà dell’individuo, vivendo in un sistema libero che è sostanzialmente indifferente a come ti comporti purché il tuo comportamento sia lecito, l’infelicità che ti arriva ha molte probabilità di essere autoprodotta. Sarebbe un altro paio di maniche se tu vivessi nell’Europa occupata dai nazisti o in un’Europa dominata dai comunisti o nella Cina di Mao Tse-tung. Là l’infelicità te la producono loro; non devi fare neanche un passo falso per non desiderare mai più di alzarti la mattina. Ma qui, libero dal totalitarismo, un uomo come te l’infelicità deve procurarsela da solo. Tu, per giunta, sei intelligente, comunicativo, attraente, colto: sembri fatto apposta per prosperare in un paese come questo. Qui l’unico tiranno che ci aspetta al varco è la convenzione, e anche questa non è da prendere sottogamba. Leggi Tocqueville, se non l’hai ancora fatto. Non è superato, non sul tema degli uomini costretti a passare attraverso lo stesso crivello. Il punto è che non dovresti credere che per eludere le pastoie della convenzione devi miracolosamente diventare un beatnik, un hippie o un bohémien. Per riuscirvi non sono necessarie condotte esagerate o stravaganze nell’abbigliamento estranee al tuo temperamento e alla tua educazione. Niente affatto. L’unica cosa che devi fare, Ken, è trovare la tua forza. Ce l’hai, io so che ce l’hai: è solo paralizzata dalla novità della tua difficile situazione. Se vuoi vivere intelligentemente oltre il ricatto degli slogan e delle norme non rivedute, devi solo trovare la tua…» Eccetera, eccetera. La Dichiarazione d’Indipendenza. La Carta Costituzionale. Il Discorso di Gettysburg. Il Proclama dell’Emancipazione. Il Quattordicesimo Emendamento. I tre emendamenti della Guerra Civile. Gli ho parlato di tutto questo. Gli ho trovato il Tocqueville. Pensavo, Ha ventun anni, finalmente possiamo parlare. Sono stato più Polonio di Polonio. Quello che gli dicevo, dopo tutto, non era poi così strampalato, certo non per il 1979. E non lo sarebbe stato neanche quando ero io ad avere bisogno che me lo martellassero nella testa. Concepito liberamente: puro e semplice buonsenso americano. Ma quando terminai, lui cosa fece? Cominciò a illustrarmi tutte le grandi qualità di lei. «E le tue qualità?» gli chiesi. Ma sembrava che non mi avesse udito, perché tornò a spiegarmi quanto era intelligente, com’era carina, che ragazza simpatica era, mi parlò della sua famiglia – favolosa – e un paio di mesi dopo la sposò.

Crediti
 Philip Roth
 L'animale morente
  traduzione di Vincenzo Mantovani
 SchieleArt •   • 




Quotes per Philip Roth

L'unica ossessione che vogliono tutti: l'amore. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.  L'animale morente

Ai tempi dei miei genitori, e anche ai miei tempi e ai suoi, le carenze erano dell'individuo. Oggi sono della disciplina. Leggere i classici è troppo difficile, dunque la colpa è dei classici. Oggi lo studente sbandiera la sua incapacità come se fosse un privilegio. Non riesco a impararlo, dunque dev'esserci qualcosa di sbagliato. E qualcosa di particolarmente sbagliato deve avere l'insegnate cattivo che pretende d'insegnarlo.  La macchia umana

Ma il pericolo dell'odio è che, una volta cominciato a coltivarlo, hai cento volte più di quanto ti aspettassi. Una volta cominciato, non ti fermi più. Non conosco nulla di più difficile da controllare dell'odio. E' più facile smettere di bere che smettere di odiare.