Non vorrei alla fine che passasse sotto silenzio la cosa più importante: da tali abissi, da tale grave malanno, anche dal malanno del grave sospetto, si torna indietro rinati, con la pelle cambiata, più suscettibili, più maliziosi, con un gusto più sottile per la gioia, con un palato più fine per tutte le buone cose, con sensi più giocondi, con una seconda e più pericolosa innocenza nella gioia, più fanciulli e al tempo stesso cento volte più raffinati, di quanto mai prima d’ora ci fosse accaduto. Oh quanto ormai ci ripugna il godere, il godimento grossolano, falso, ottuso, plumbeo, come lo intendono in genere i gaudenti.
Se noi convalescenti abbiamo bisogno ancora di un’arte, questa è un’altra arte – un’arte beffarda, leggera, fuggitiva, divinamente imperturbata, divinamente artificiosa, che avvampa come una fiamma chiara in un cielo sgombro di nubi.
Godimenti grossolani
Crediti
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