Tutti gli idealisti della politica e della filosofia – antichi o moderni – credono in qualche ispirazione, nella geniale rivelazione di qualche salvatore della patria o taumaturgo. Per il politico idealista ogni movimento che trasforma la società esiste soltanto nella testa di qualche eletto, e il destino del mondo dipende dal fatto che quest’unica testa ideale non venga colpita da qualche realistica pietra prima di aver partorito le sue folgoranti intuizioni. Questi Dalai Lama dell’Ideale hanno in comune con quelli religiosi la convinzione che il mondo non potrebbe esistere senza i loro sacri escrementi. Ma appena passano all’azione pratica si rivela subito il carattere perverso della loro follia ideologica: la sete di potere, il fanatismo, l’ipocrisia, la ciarlataneria, gli inganni.
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