I tesori del re
È il titolo di una conferenza di John Ruskin, paradossale e mirabile protagonista, in Inghilterra e in Europa, del rinnovamento della storia dell’arte nel secolo scorso. Marcel Proust tradusse in francese quella conferenza e in una nota scrisse un bellissimo elogio del libro, la cui lettura concilia solitudine, riflessione personale e colloquio, discussione, arricchimento del «nostro io» grazie all’«altro io» che ci stimola e incalza.
«Quando si legge – scrive Proust – si riceve il pensiero di un altro, e tuttavia si è soli, si è in pieno lavoro intellettuale, in piena aspirazione, in piena attività personale: si ricevono le idee di un altro in spirito, cioè in verità, ci si può dunque unire ad esse, si è quest’altro e tuttavia altro non si fa che sviluppare sé stessi con più varietà che se si pensasse da soli. Siamo spinti da altri sulle nostre proprie vie».
I tesori del Re sono, appunto, i libri.

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