La rivoluzione digitale ha radicalmente trasformato il potere del marketing e reso possibile il suo upgrading a forma politica, grazie al fatto che abbiamo oceani di dati personali, che miliardi di persone sono ora collegate e vivono onlife nell’infosfera, che gli algoritmi sono sempre più sofisticati, che il costo della potenza di elaborazione sta diventando trascurabile, che gli effetti di rete dominano la concorrenza e che le interazioni sociali sono sempre più mediate dalle tecnologie digitali. Tuttavia, concentrarsi esclusivamente su questi fattori tecnologici e sociali è insufficiente perché spiega solo alcune condizioni necessarie per comprendere la marketizzazione della politica e quindi la comunicazione politica come tecnica di marketing. Manca ancora un elemento essenziale, che è rappresentato dalla trasformazione più profonda nella nostra antropologia filosofica (la risposta che diamo oggi alla domanda ontologica sulla nostra natura). Abbiamo visto che la rivoluzione digitale ha cambiato la nostra auto-concezione, culturalmente e socialmente. Ha trasformato tutti noi, ontologicamente, in inforgs [=organismi informativi], e quindi, funzionalmente, in interfacce. Ciò è accaduto sia a livello concettuale (come vediamo noi stessi) sia a livello fattuale (come trattiamo noi stessi e interagiamo tra noi). È necessario capire questa trasformazione per spiegare l’upgrading fondamentale del marketing in politica, e la profonda influenza che le strategie di marketing hanno sul discorso politico attuale. Pertanto, è troppo semplicistico parlare di comunicazione post-verità. Dovremmo piuttosto parlare di successo e insuccesso della comunicazione: l’obiettivo è quello di digitare risposte sulle interfacce umane riuscendo a far sì che esse si comportino come desiderato e in questo modo ottenere la risorsa dall’altra parte dell’interfaccia. Il marketing è una forma di nudging (spintarella), e premere il pulsante giusto (push the right button) è sempre meno una metafora e sempre più una tecnica per descrivere le interazioni con gli individui ridotti a interfacce umane. La marketizzazione della politica significa che i messaggi politici sono come password: brevi, semplici da ricordare, sempre uguali e ripetuti ogni volta che si ha a che fare con le stesse interfacce umane ma, soprattutto, né veri né falsi, bensì funzionanti o no.
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