Il Bodoni della camera della Badessa
Quell’uomo dall’antico volto di contadino, dalle grandi mani di contadino che con impressionante delicatezza aprivano e sfogliavano libri, vestito del velluto a coste che allora era degli abiti festivi dei contadini (ma a guardar bene di altra qualità e taglio), interessava sommamente il giudice.
«Questa casa» disse mentre faceva vedere al giudice uno dei libri che stavano sul tavolo, arrivato quella mattina: il Bodoni della Camera della Badessa «lei forse pensa che mi viene da un lungo ordine di eredità familiare: e invece io non so nemmeno che cosa facesse il mio bisnonno, che certamente visse in tale avara povertà che il figlio, e cioè mio nonno, ad altro non pensò che a costruirsi un’avara ricchezza. E tutto questo viene da lui, da mio nonno: che l’ha avuto da uno di grande famiglia che con lui si era molto indebitato. Con la biblioteca così com’è, o quasi: io vi ho aggiunto, forse, una sesta parte dei libri che ci sono. Quasi tutti francesi otto-novecento, e molti in quelle edizioni di pregio che i francesi sanno fare e che da noi cominciano ora, per timide iniziative. Libri illustrati, una mia debolezza: a compenso di un’infanzia in cui un Pinocchio illustrato, un Cuore illustrato, li desideravo con un ardore pari al rigore con cui mio nonno non me li concedeva. Era analfabeta, odiava i libri: e morì, fortunatamente, prima di mettere a segno il progetto di disfarsi di questi. Ma non mi creda un cinico, se dico fortunatamente: non ho ricordi di mio padre, e tutto sommato posso dire che a mio nonno ho voluto bene, nonostante il timore nei suoi riguardi che mia madre mi trasmetteva. Un uomo di scorza aspra. E in quanto ai debiti che sono stati pagati con questa villa: il canonico che curava l’anima di mio nonno mi ha assicurato che non c’è stata usura; ma ho il sospetto che la praticasse anche il canonico. Ma meglio non approfondire: abbiamo ben altro, personalmente, di cui travagliarci la coscienza. D’altra parte, all’origine di ogni grande proprietà, come dicevano i vecchi, patetici socialisti, c’è qualcosa di oscuro, di torbido: e da quali altre violenze ed usure veniva questa villa e le terre intorno alla grande famiglia che si è disfatta nei debiti?».
«Eterna vicenda delle famiglie, dei popoli: e nessuno, credo, ne ha avuto acutissimo il senso quanto Guicciardini, ma quietamente; e all’opposto versante, con superstizione, con paura, c’è il nostro Verga» disse il giudice.

Crediti
 Leonardo Sciascia
 Porte aperte
 SchieleArt •   • 



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