Non so se possa ritenersi attuale – e soprattutto adeguato – il famoso detto del Presidente Mao Zedong (grande è il disordine sotto il cielo, la situazione dunque è eccellente), ma di sicuro stiamo attraversando una fase di gran casino. Del resto, questo è il tempo in cui si sta chiudendo un ciclo storico cominciato grosso modo nell’800, e il disordine precede necessariamente l’emergere di un nuovo ordine; il che ci porta ad un altro grande, Antonio Gramsci (la crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati).
Atto primo
In Venezuela si sono svolte domenica le elezioni presidenziali, vinte dal presidente uscente, il chavista Maduro con il 51,2% dei voti. Non una vittoria bulgara quindi. Ma comunque una vittoria sgradita all’occidente a guida statunitense, che già dalla fine del secolo scorso ha sempre osteggiato la rivoluzione bolivariana di Hugo Chavez e, dopo la morte di questi nel 2013, di Maduro. Oltre alle sanzioni, che gli USA non fanno mancare a nessuno, non si contano i tentativi di colpi di stato e di assassinio del leader venezuelano, nella miglior tradizione della CIA. Ragion per cui, non han fatto a tempo a proclamare la vittoria del PSUV che si è subito scatenata la reazione: da un lato gli Stati Uniti (col codazzo delle colonie e dei paesi-sguatteri) che immediatamente hanno rifiutato di riconoscere l’esito elettorale, e dall’altro è partito l’ennesimo tentativo di rivoluzione colorata. La Maidan carioca sta già infiammando le strade delle città venezuelane, il cui esito sarà inevitabilmente caos e sangue. Ci auguriamo che ancora una volta la repubblica bolivariana sopravviva al tentato omicidio da parte degli Usa.
Atto secondo
In Israele, gli scossoni determinati dal conflitto palestinese si fanno sempre più forti, e cominciano a squassare la società. A parte le divisioni tra ortodossi religiosi e laici, emergono sempre nuove linee di frattura, la più devastante delle quali è probabilmente quella che si sta insinuando tra le forze armate e la società israeliana. Storicamente questo è stato un rapporto molto stretto, che però è stato messo in discussione il 7 ottobre, e che a partire da quella data si è approfondito.
Quanto sta accadendo a Gaza (con lo sdoganamento del genocidio da un lato, la frustrazione dei soldati dall’altro, che a sua volta produce rabbia e violenza), ora strasborda e dilaga ovunque. Quel che è accaduto in relazione alle torture inflitte ai palestinesi detenuti, e che è esploso con il caso di Sde Teman, segna un ulteriore escalation. Un detenuto brutalmente sodomizzato, alcuni militari del campo di concentramento arrestati per le torture, i coloni e le milizie armate di estrema destra che in solidarietà, e con la partecipazione di alcuni ministri, circondano la prigione militare dove sono detenuti, l’IDF che sposta truppe da Gaza per difendere la prigione… Il paese è nel caos, e il quotidiano Yedioth Ahronoth titola: Dissoluzione.
Atto terzo
La guerra che gli ucraini stanno combattendo contro la Russia, in nome e per conto degli Stati Uniti, comincia davvero a sconfinare. Non c’è solo una gigantesca quanto diffusa corruzione (che significa accumulo di fortune economiche in nero), e nemmeno il traffico d’armi (anche pesanti), che ormai provatamente sta rifornendo gruppi criminali (le mafie italiane tra questi), con un assurdo corto circuito – gli stati europei forniscono armi e denaro, e questi in parte vanno ad organizzazioni illegali che agiscono all’interno degli stessi stati, e contro il loro ordinamento. A tutto questo si è ormai aggiunto un nuovo livello: i servizi segreti ucraini si stanno impegnando attivamente in conflitti fuori dall’Ucraina, per contrastare in vario modo i russi. Ci sono prove che stiano agendo in Sudan, aiutando le forze ribelli che combattono contro il governo legittimo (sostenuto da Russia e Iran, oltre che dall’Egitto), e da ultimo anche nell’Africa sub-sahariana, dove gli uomini della PMC Wagner stanno collaborando con i governi del Mali, del Niger e del Burkina Faso. Gli uomini del SBU stanno addestrando ed armando le formazioni islamiste legate ad Al Qaeda e gli indipendentisti tuareg. E tutto questo prelude alla trasformazione progressiva dell’Ucraina (di quel che ne resterà, dopo la guerra) in una sorta di stato canaglia, una milizia internazionale al soldo della CIA per le operazioni sporche.
E in Europa ci sono milioni di rifugiati ucraini, ai quali in questi giorni si rivolgono i miliziani nazisti dell’Azov, in tour propagandistico. Una sorta di nuova stay behind in salsa slava, si profila all’orizzonte.
Le vene aperte dell’America Latina di Eduardo Galeano:
Un saggio storico che analizza le cause profonde delle disuguaglianze e dei conflitti in America Latina, con un focus sulle influenze esterne e interne che hanno modellato il continente.
La guerra del peloponneso di Tucidide:
Un’opera classica che offre una profonda analisi dei conflitti militari e politici, utile per comprendere le dinamiche dei conflitti contemporanei e le loro conseguenze sulla società.
Il secolo breve di Eric Hobsbawm:
Una panoramica storica del XX secolo, che esplora le principali trasformazioni politiche, economiche e sociali, e fornisce un contesto per le crisi attuali e le dinamiche globali.
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