Da una parte, il concetto sembra ancora ben fisso nel suo uso giuridico classico: nel diritto civile, la responsabilità si definisce per l’obbligo di riparare il danno, causato con la propria colpa e nei casi determinati dalla legge; nel diritto penale per l’obbligo di sopportare la punizione. Possiamo osservare il posto dato all’idea di obbligazione: obbligazione di riparare o di subire la pena. È responsabile chiunque sia sottomesso a queste obbligazioni. Tutto questo sembra abbastanza chiaro. Ma, da un’altra parte – o, meglio, da più parti ad un tempo – l’incertezza invade la scena concettuale. Innanzitutto, si resta sorpresi che un termine, dal senso così netto sul piano giuridico, abbia un’origine tanto recente e non sia marcatamente inscritto nella tradizione filosofica. Inoltre, si prova un certo imbarazzo per la proliferazione e la dispersione degli usi del termine nella sua utilizzazione corrente; e ciò ben al di là dei limiti imposti dall’uso giuridico. L’aggettivo responsabile coinvolge alla sua sequela una diversità di complementi: siamo responsabili delle conseguenze delle nostre azioni, ma anche responsabili degli altri, nella misura in cui questi sono a nostro carico o sono affidati alle nostre cure, e, eventualmente, molto al di là di questa misura. Al limite siamo responsabili di tutto e di tutti.
Essai d'analyse sémantique
Le concept de responsabilité
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