Il conoscere scientifico come una sfera
Chi ne è animato [dall’autentica volontà di ricerca], è mosso dal carattere nobile ed insieme inquietante di quell’impeto, che cerca la verità per sé stessa e non arriva mai alla fine.
Il conoscere scientifico è come una sfera: quanto più cresce in ampiezza, tanto più grande diviene il confine nei confronti di ciò che sta fuori dei suoi limiti. I fatti, che scopre e le relazioni che hanno da esser comprese, emergono dallo spazio illimitato ed indeterminabile della realtà. Ogni dato appena acquisito getta una nuova luce su quanto è già stato scoperto; e ogni principio appena formulato inscrive quelli già conosciuti in ulteriori contesti.
L’autentico ricercatore non si pone neppure la domanda sull’utilità pratica di quanto ha trovato. Gli interessa cogliere sempre più integralmente e comprendere sempre più chiaramente nel suo orizzonte l’ambito di realtà cui s’è applicato, sia esso la storia o il mondo della natura, la sfera del diritto o l’educazione. Dietro l’autentico ricercare sta una grande passione. Esso è spinto dalla tensione ad un valore assoluto: la verità; ed obbedisce ad una ferrea legge: il metodo.
Di conseguenza, è inevitabile che la volontà di ricerca scientifica entri in conflitto con gli sforzi, e in generale con quella disposizione di fondo verso il conoscere che sorreggono la professione. Quella volontà non accetta di ridursi entro alcun limite; il suo campo è grande tanto quanto il tutto. E non si lascia vincolare ad alcuno scopo particolare, ma cerca la conoscenza per amore di quest’ultima. L’autentica ricerca porta in sé qualcosa che rompe ogni misura. Come avrebbe detto un greco, essa è Realtà Straordinaria, Qualcosa-di-Spaventosamente-Grande: ricercatore è colui che si sente fatto per questo. Perciò, quell’attività di insegnamento e di apprendimento, che pone il medico in condizione di guarire, o lo storico di offrire ai suoi studenti un’immagine viva del contesto dell’esistenza nella storia, deve lottare contro l’inondazione che viene dalla ricerca pura. Perché il loro lavoro ha bisogno d’una sua configurazione, se pure aperta.

Crediti
 Romano Guardini
 La responsabilità dello studente per il progresso civile
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Quotes per Romano Guardini

L’eterno dà senso al tempo e ne trascende le limitazioni.  Il tempo e l’eterno

Non si dà un conoscere passe-partout, che possa vertere in modo uniforme su di una reazione chimica, un apparato meccanico, il processo di crescita di una pianta, lo sviluppo di un animale, i moti dell'animo umano, la formazione di un concetto, una decisione morale, un problema filosofico esistenziale, il fenomeno religioso di una preghiera e via dicendo. Lo vuole un modo di pensare largamente dominante. Ma un conoscere siffatto non esiste! L'ipotesi è erronea in sé stessa, e il solo tollerarla è indizio di miseria intellettuale.  Sacra Scrittura e scienza della fede

L'eternità non è una dimensione separata dal tempo, ma il suo significato più profondo  Il senso dell'esistenza

L'uomo è creato in modo tale da essere innanzitutto dato a sé stesso in forma-di-inizio; in un'apertura e predisposizione verso ciò che gli verrà incontro. Se egli si blocca, e si irrigidisce, se resta chiuso in sé stesso; se non corre mai il rischio di disporsi nell'atteggiamento di dedizione alla realtà, allora diventerà sempre più rigido e misero. Egli ha conservato per sé la propria anima e così l'ha sempre più perduta.  Saggi di fondazione della teoria pedagogica

Cosa dunque significa educare? Di certo, non che un pezzo di materia inanimata riceva una forma, come la pietra per mano d'uno scultore. Piuttosto, educare significa che io do a quest'uomo coraggio verso se stesso (…) Con quali mezzi? Sicuramente, avvalendomi anche di discorsi, esortazioni, stimolazioni e 'metodi' di ogni genere. Ma ciò non è ancora il fattore originale. La vita viene destata e accesa solo dalla vita.  Il fuoco dell'educatore