Nella vita quotidiana abbiamo tutti bisogno di cose. Ero piccolo ma già sapevo che riempirsi di cose è un modo che usiamo per sentirci il più lontano possibile dal nulla. Per questo le case si riempiono di elettrodomestici e di lampadari dalle forme più strane da cambiare il più possibile insieme ai divani e alle poltrone e a tutto il resto. Bisogna smuovere tutto, cambiare tappezzeria. Perché la morte è quando tutto resta fermo.
Quello che avevo perso era proprio il senso del ritmo del tempo, il suo silenzio e le sue attese o, meglio, quel tacito consenso a farsi formare come statue d’argilla o frutti, da una mano, una mano di chi, la mano di un artefice, in balia del niente, posto che niente volesse dire qualcosa, con l’acqua alla gola ma sentendone i benefici effetti, nuotando per non annegare anche se è segnato che alla fine anneghi lo stesso, ma lo struggimento è tutto nell’annegare il più tardi possibile, con orologi dappertutto che determinano il tempo della gara a senso unico, attraverso gli anni, con l’approvazione dei semestri, degli anni scolastici, dei nove mesi di gravidanza, degli scatti di carriera, ovunque intorno a me trovavo tempo alla baionetta pronto a scattare in avanti all’arma bianca a ferire anche soltanto il pensiero di una requie, pensavo come tutto allora stesse dilagando nel tempo.
Abbiamo iperprotetto i nostri figli nel mondo reale e li abbiamo lasciati totalmente senza protezione nel mondo virtuale. Gli effetti sulla loro salute mentale, emersi intorno al 2012, sono stati devastanti. È tempo di porre fine a questa infanzia basata sul telefono.
Jonathan Haidt La generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figliLa perdita della memoria morale non è forse il motivo dello sfaldarsi di tutti i legami, dell'amore, del matrimonio, dell'amicizia, della fedeltà? Niente si radica, niente mette radici: tutto è a breve termine, tutto ha breve respiro. Ma beni come la giustizia, la verità, la bellezza e in generale tutte le grandi opere richiedono tempo, stabilità, memoria; altrimenti degenerano.
Dietrich Bonhoeffer Lettere dal carcereIl pensiero della non esistenza di Dio non ha mai spaventato nessuno, ma è terrorizzante invece pensare che ne esista uno come quello che mi hanno descritto.
Denis DiderotDel cristianesimo alcuni ne parlano come se fosse una cosa della storia... certamente ha i suoi fondamenti nel passato e in memorie gloriose, ma il suo potere è nel presente. Non si tratta di squallida materia di antiquariato: non la contempliamo nelle conclusioni tratte da documenti muti e da eventi morti ma dalla fede esercitata in oggetti sempre vivi e dall'approvazione e dall'uso di doni sempre presenti.
John Henry Newman Grammatica dell'assensoBeccaria vide e discorse i fenomeni della divisione del lavoro; ma colui che la ridusse a dottrina fu Adamo Smith. Questo gran pensatore, che può dirsi il padre dell'economia politica, dimostra che quando un uomo si applica costantemente ad una operazione spicciolata, non solo acquista una grande facilità a compierla, ma risparmia il tempo che si richiede necessariamente, passando da un'operazione ad un'altra.
Raffaele Conforti Storia della filosofia del diritto
La nausea di Jean-Paul Sartre
Un romanzo esistenzialista che indaga l’assurdità dell’esistenza attraverso il protagonista, che percepisce il mondo come privo di significato e pieno di oggetti senza scopo.
Il sistema degli oggetti di Jean Baudrillard
Un saggio che esplora la società dei consumi, analizzando come gli oggetti di consumo siano diventati simboli di status e di identità, sostituendo i significati profondi dell’esistenza.
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon
Un romanzo che, attraverso gli occhi di un giovane protagonista autistico, riflette sull’ordine e il caos del mondo moderno, e sulla nostra relazione con il tempo e gli oggetti che ci circondano.
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