Il cordoglio non è una necessità
Non ho bisogno di descrivere i sentimenti di coloro che vedono recisi dal più irreparabile dei mali i loro legami più cari, il vuoto che si forma nell’animo, la disperazione che si fissa sul volto. Occorre molto tempo prima che la mente si persuada che colei che vedevamo ogni giorno e la cui esistenza ci sembrava parte della nostra è scomparsa per sempre; che lo sguardo di quegli occhi amati si è spento e il suono dolce e familiare di quella voce tacerà ormai definitivamente. Sono queste le riflessioni dei primi giorni, ma quando il trascorrere del tempo dimostra tutta la realtà della perdita, solo allora comincia il vero, amarissimo dolore. E tuttavia c’è qualcuno cui quella mano brutale non abbia strappato un caro affetto? Perchè descrivere una sofferenza che tutti abbiamo provato e dobbiamo provare? Alla fine arriva il momento in cui il cordoglio non è più una necessità, ma vi si indulge comunque; e il sorriso che riappare sulle labbra, anche se è quasi sacrilego, non viene più bandito. Mia madre era morta, a noi restavano dei doveri da assolvere: continuare a vivere con i sopravvissuti e imparare a considerarci fortunati poichè ci rimaneva qualcuno che la predatrice non ci aveva rapito.

Crediti
 Mary Shelley
 Frankenstein
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