La scienza è davvero il male dell’umanità, come sostiene il signor Paleari nel romanzo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello? Oppure è una risorsa preziosa e indispensabile per il progresso e il benessere della società, come crede il signor Meis? Questo dilemma, che si pone tra due visioni opposte e inconciliabili della vita, è ancora attuale e rilevante nel nostro tempo, in cui assistiamo a una rapida e incessante evoluzione scientifica e tecnologica, che ci offre opportunità e sfide senza precedenti.
Da un lato, possiamo riconoscere i meriti e i vantaggi della scienza, che ci ha permesso di ampliare le nostre conoscenze, di migliorare le nostre condizioni di vita e di risolvere molti problemi pratici e sociali. La scienza è anche una fonte di bellezza e di meraviglia che ci fa apprezzare la complessità e l’armonia della natura, ci stimola a porci domande e a cercare risposte e ci fa sentire parte di un universo vasto e affascinante. La scienza è, anche, una manifestazione della nostra intelligenza e della nostra creatività che ci distingue dagli altri esseri viventi e ci rende capaci di trasformare il mondo secondo i nostri bisogni e i nostri desideri.
Dall’altro lato, però, non possiamo ignorare i limiti e i pericoli della scienza che ci ha esposto a nuove minacce e a nuovi conflitti, ha messo in discussione i nostri valori e i nostri principi etici, ha reso più fragile e precaria la nostra identità e la nostra libertà. nostra solitudine, ci pone di fronte a enigmi e a paradossi irrisolti e ci fa dubitare della verità e del senso della realtà. Ma la scienza è anche una manifestazione della nostra hybris e della nostra follia, ci fa illudere di essere onnipotenti e onniscienti, ci spinge a violare i limiti e le leggi della natura e ci rende schiavi delle nostre stesse creazioni.
Come possiamo usare la scienza in modo responsabile e saggio, senza abusarne e senza subirne gli effetti negativi?
Dobbiamo vedere la scienza come una parte importante della nostra vita, che non possiamo né dobbiamo ignorare o rifiutare, ma che dobbiamo conoscere e comprendere, per poterla integrare con le altre dimensioni della nostra esistenza, come l’arte, la religione, la filosofia, la morale, la politica, l’amore, la morte. Solo così potremo vivere in modo più pieno e più autentico, senza rinunciare alla nostra umanità e alla nostra dignità.
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