Il diluvio di Deucalione

Il diluvio, un topos letterario assai frequente in tutte le culture, è sempre visto come atto purificatore compiuto dagli dei nei confronti di un genere umano carico di empietà. Anche in questo caso, Zeus, dio supremo dell’Olimpo, provoca l’inondazione per punire i figli di Licaone, uno dei primi uomini che civilizzò l’Arcadia. Dicendo i figli di Licaone, molto probabilmente si vuole designare tutta l’umanità, che viene qui raffigurata come corrotta e peccaminosa. La narrazione si articola in tre parti: il diluvio, la rinascita degli uomini, effetto della catastrofe.

  1. Zeus, avendo sentito dire che in Arcadia si facevano sacrifici umani in suo nome, per accertarsi di ciò si travestì da viandante e si fece invitare a cena dai figli di Licaone. Questi ebbero la sfrontatezza di preparargli una zuppa con le interiora di un loro fratello, sacrificato appunto al dio. Zeus, disgustato, provocò una fortissima inondazione, dalla quale si salvarono, costruendo un’arca, soltanto Deucalione, re di Ftia, e la moglie Pirra. Alcuni giorni più tardi, dopo che Deucalione fu rassicurato da una colomba mandata in esplorazione, la nave si posò sulla cima del monte Parnaso, che non era stata sommersa a causa dell’altezza.
  2. Deucalione e Pirra, sbarcati sani e salvi, si recarono a pregare nel santuario di Temi, chiedendo che il genere umano potesse rivivere. La dea, su consiglio di Zeus stesso, gli disse di raccogliere da terra delle pietre e di gettarsele alle spalle: così facendo, tutte le pietre lanciate da Deucalione si trasformarono in uomini, e tutte quelle lanciate da Pirra in donne.
  3. Ma il diluvio ebbe scarso effetto: gli abitanti dell’Arcadia infatti dopo secoli facevano ancora rivivere gli orrendi riti sacrificali in onore di Zeus, e quando un fanciullo viene sacrificato, se ne prepara una zuppa con le interora. Lo sfortunato a cui toccano nel piatto si trasformerà per otto anni in un licantropo, e potrà tornare normale solo se durante questo periodo non si sarà mai cibato di carne umana.

Ciò che più fa pensare è la somiglianza di questo mito con il passo della Bibbia dedicato a Noè e alla sua arca, che durante il Diluvio Universale riuscì a salvarsi dall’inondazione che invece uccise tutte le altre persone. Persino nel particolare della colomba mandata in esplorazione le due storie si sovrappongono: ciò fa pensare che sia la stessa leggenda interpretata da diverse culture e religioni, e che perciò non dobbiamo sempre dare fede cieca e totale alle parole della Bibbia. Inoltre mi ha colpito l’episodio del pastore che si trasforma in licantropo, sembra interpretato nella chiave delle leggende metropolitane di oggi.

Crediti
 Robert Graves
 I miti Greci
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