Il discorso indiretto libero, ossia la prospettiva della coscienza del personaggio trattato in terza persona, crea un’impressione di naturalezza, tanto che ci si dimentica che si sta leggendo un’opera di fantasia, mentre nella realtà non si sa mai che cosa sta pensando un altro, né perché fa quel che fa. Ma la naturalezza, in genere, è la confusione fra la prima e la terza persona. Quindi il discorso indiretto libero, lungi dall’essere una risorsa letteraria fra le altre, è il dispositivo vitale dell’intersoggettività, senza il quale non si comprenderebbe niente di quello che succede nella vita reale.
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