Il fascino dell’abominevole
Pensate a un dignitoso giovane cittadino in toga – forse, si sa, un po’ troppo dedito ai dadi – venuto qui al seguito di qualche prefetto, o raccoglitore di imposte, o mercante magari, per rabberciare le proprie fortune. Sbarcare in un pantano, marciare attraverso i boschi e, in un posto sperduto dell’interno, sentire che la natura selvaggia, tutto quello che ci può essere di più selvaggio, s’è richiuso attorno a lui; tutta quella misteriosa vita selvatica che si agita nella foresta, nella giungla, nel cuore dei selvaggi. Non c’è iniziazione a misteri del genere. Deve vivere nel mezzo dell’incomprensibile, che è anche detestabile. E per di più, tutto ciò ha un certo fascino, che a poco a poco agisce su di lui. Il fascino dell’abominevole, sapete. Immaginate i rimpianti che crescono, il desiderio di fuga, il disgusto impotente, la resa, l’odio». Fece una pausa. «Badate», riprese, alzando verticalmente l’avambraccio con il palmo della mano girato all’infuori cosicché, con le gambe incrociate, aveva l’aspetto di un Buddha predicante in abiti europei e senza fiore di loto. «Badate, nessuno di noi si sentirebbe esattamente in quel modo. Quel che ci salva è l’efficienza – la dedizione all’efficienza. Ma quella gente non valeva granché, sotto questo profilo. Non erano colonizzatori; la loro amministrazione era solo una spremitura e niente più, sospetto. Erano dei conquistatori e per questo serve solo la forza bruta – niente di cui vantarsi, se ce l’hai, poiché la forza che uno possiede è solo un accidente che nasce dalla debolezza degli altri. Arraffavano quel che potevano in nome del bottino. Nient’altro che rapina a mano armata, omicidio colposo su vasta scala, e uomini che ci si buttavano alla cieca – come conviene a coloro che affrontano le tenebre. La conquista della terra, che significa più che altro portarla via a quelli che hanno un diverso color di pelle o un naso un po’ più schiacciato del nostro, non è una cosa graziosa a guardarla troppo da vicino. Quel che la redime è soltanto l’idea. Un’idea che la giustifichi: non una finzione sentimentale, ma un’idea; e una fede disinteressata in questa idea – qualcosa che si possa levare in alto, e inginocchiarvisi davanti, e offrirle sacrifici…»

Crediti
 • Joseph Conrad
 • SchieleArt •   •