Che peccato che la mediocrità si erga a giudice del genio! Criticare Schopenhauer? Impresa da menti ottuse, da filosofi da strapazzo, i quali, incapaci di sopportare il peso della verità, si rifugiano nel chiacchiericcio accademico, nella consolazione delle loro sistematizzazioni vuote. Schopenhauer ha avuto il coraggio di guardare in faccia l’abisso senza illudersi, di dichiarare che la vita è dolore, che la volontà è una maledizione, che il mondo è un ospedale di infermi incurabili. E voi, che cosa avete fatto? Avete costruito castelli di carte concettuali, avete inventato ottimismi da quattro soldi, avete trasformato la filosofia in un salotto per ipocriti. Il vostro errore? Credere che la filosofia debba consolare. Schopenhauer, invece, ha avuto la lucidità di non mentire: ha dissezionato l’esistenza con il bisturi di un anatomista, e ciò che ha trovato non era bello, ma era vero. Voi lo accusate di pessimismo, come se il pessimismo fosse un vizio e non, invece, l’unico atteggiamento degno di un pensatore che non si inginocchia davanti alle illusioni. Ma cosa potete capirne voi, che vivete nella menzogna del progresso, nella farsa dell’ottimismo obbligatorio?Schopenhauer ha avuto il merito di essere insopportabile, perché la verità è insopportabile. E se lo detestate, è perché vi ha smascherati: ha mostrato che la vostra attività frenetica, le vostre speranze, le vostre costruzioni morali non sono che palliativi contro il vuoto. Il vostro disprezzo per Schopenhauer è la migliore conferma della sua grandezza.Solo un pensatore che ferisce, che sconvolg2e, che priva l’uomo delle sue care illusioni può essere veramente grande. E voi, invece, cosa siete? Appendici di un sistema che ha paura della profondità, che preferisce la comoda superficialità alla vertigine del reale. Continuerete a criticarlo, naturalmente.È il destino dei mediocri: abbaiare contro chi li supera. Ma Schopenhauer resterà, mentre le vostre obiezioni svaniranno nel nulla, come tutto ciò che nasce dalla paura di guardare in faccia il vuoto.
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Quest’opera monumentale è il fulcro del pensiero schopenhaueriano. L’autore vi espone la sua dottrina metafisica fondamentale: il mondo fenomenico che percepiamo non è che una rappresentazione, un velo di Maya, al di sotto del quale agisce la vera essenza della realtà, una forza cieca, irrazionale e incessante chiamata Volontà. Poiché la Volontà è un desiderio perenne e mai appagato, l’esistenza è intrinsecamente dolore. Le uniche vie di liberazione temporanea o definitiva da questa condizione sono l’arte, l’etica della compassione e l’ascesi.
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L’inconveniente di essere nati di Emil Cioran
Questo libro, una raccolta di aforismi taglienti e frammenti, rappresenta una delle espressioni più radicali del pessimismo filosofico del XX secolo, in piena sintonia con lo spirito schopenhaueriano. Cioran esplora con uno stile lucido e disperato il tema della nascita come un incidente cosmico, una caduta nel tormento della coscienza e della temporalità. L’opera è una meditazione sulla futilità, la sofferenza e l’assurdo dell’esistenza, dove l’unica forma di lucidità possibile risiede nell’accettazione del vuoto fondamentale che ci costituisce.
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