Scultura
Gli adulti non giocano, e più vanno avanti nella loro vita, più accumulano proprietà, meno è permesso loro di giocare. Possono ritagliarsi degli spazi in cui praticare uno sport: una partita di calcetto settimanale, o qualche scambio a tennis, ma lo sport non è del tutto gioco. Il gioco autentico presuppone lo sgretolamento dei ruoli costituiti durante la nostra vita. Giocare significa smettere di essere il Direttore e diventare Pirata. Non «fingere di diventare pirata», ma esserlo per intero, immergendosi nella nuova identità al punto da agitare una spada di gomma e urlare di rabbia mentre si assalta un fortino di sabbia.
Il gioco prevede l’immersione assoluta in una storia che ci vede protagonisti con un’altra identità; è un luogo in cui si entra privi di ogni cosa, proprio perché è fondamentale essere pronti a diventare chiunque. Gli adulti possono permettersi l’arte, non il gioco. Possono immedesimarsi per un paio d’ore nel personaggio di un film d’avventura, ma anche in quel caso debbono giustificare questa perdita di identità momentanea con il valore intellettuale dell’esperienza artistica. Non tutti possono permettersi di essere adulti e correre al cinema per vedere il nuovo episodio di Guerre stellari. Non con una spada laser giocattolo da agitare nell’intervallo, almeno.
L’eliminazione del gioco dalla vita degli adulti è il prezzo più grande che si deve pagare per accumulare averi. La vita del signor Langhorne è esemplare, da questo punto di vista: il piccolo Sam influì sempre sulla sua esistenza, e il piacere del gioco non lo abbandonò mai. Addirittura, quando iniziò a pubblicare brevi racconti su qualche rivista e intravide la concreta possibilità di una carriera letteraria, l’editore gli chiese un nome più breve da mettere sul frontespizio: lui decise di utilizzare il gergo degli scandagliatori del Mississippi che, quando c’era abbastanza acqua per navigare, urlavano al capitano: «Marca doppio!».
Mark Twain, in americano.
Ma proprio quel nome buffonesco, paradossalmente, fu il primo sintomo di una nuova vita che il signor Laghorne non poteva più affrontare privo di ogni cosa. La libertà che aveva sempre coltivato venne assediata dai suoi libri, dalla sua casa editrice, dalla sua famiglia. Come è noto, i racconti andarono talmente bene, e le conferenze erano talmente partecipate, che Mark Twain diventò famoso. I suoi romanzi più importanti sono utilissimi per descrivere quell’arte di non avere niente che certi bambini, in certi posti e in determinati periodi storici, sanno praticare con tanta dedizione: Le avventure di Tom Sawyer e, soprattutto, Le avventure di Huckleberry Finn.

Crediti
 Salvatore La Porta
 Less is more
  Sull'arte di non avere niente
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Quotes casuali

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La gioia profonda ha più severità che gaiezza; l'appagamento estremo e completo, più calma che giocondità.Michel de Montaigne
Cristo, sei la vera droga! Così lo invocano i drogati della Jesus Revolution; non immaginano quanto sia vero e confermato da duemila anni di storia umana.Guido Ceronetti