Il legame nell’incontro amoroso

L’incontro e l’inizio sono del tutto incommensurabili: il primo è un evento che dischiude l’esperienza, il secondo è un fatto che accade nell’esperienza. Là dove c’è incontro, è perché qualcosa dell’uso dello sguardo ha lasciato traccia, ha prodotto degli effetti, per questo se le relazioni amorose possono iniziare o finire, il legame che si cementifica grazie all’incontro non può che risultare traumatico, nell’apertura come nell’eventuale chiusura. È il trauma di un inizio assoluto, non di quel che all’interno della continuità delle nostre frequentazioni del mondo e degli altri può iniziare o finire, ma di quel che siamo o non siamo.
Di nuovo, il legame non è relazione.
L’incontro tra gli sguardi nell’esperienza amorosa non ha niente a che vedere con la possibilità che due individui si vedano, si osservino, si apprezzino, dimostrino un interesse l’uno per l’altro: c’è incontro, se qualcosa accade tra i due, come ovvio.
Salvo subito sottolineare che quel che accade, paradossalmente, non è qualcosa dell’ordine di un rapporto, quand’anche fosse un rapporto sessuale.
L’incontro non è scandito dall’illusione fusionale, dal fare uno di due. L’incontro è stranamente sempre l’effetto di un atto mancato, di uno sguardo differito, di un’intesa elusa, di un fra-intendimento.
C’è legame non perché i due si riconoscono l’un l’altro come due gocce d’acqua, ma perché tra i due accade qualcosa di diverso: un incontro, un’intesa erotica e al contempo un differire, un mancarsi, una divergenza.
Da questo punto di vista, un atto mancato è sempre un incontro riuscito.