Ecco dove gli sarebbero stati utili gli anni passati a scrivere. Un dottore pensa: «Tutti fanno una brutta fine, io non posso farci niente. Quello sta morendo, e io non posso curare il malanno che è la vita». Ma un bravo scrittore non può voltare le spalle alle sofferenze del suo personaggio, fidando nei narcotici o nell’arrivo della morte. E non può abbandonare un personaggio al suo destino insinuando che la sua pena è meritata perché in qualche modo se l’è andata a cercare. Lo scrittore impara a essere disponibile, deve farlo, per dare un senso alla vita incurabile, per registrare il decorso del male ignorato anche dove non c’è un senso di dare.
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