Il male, prima di essere una scelta spirituale, è anzitutto mancanza di empatia, ovvero incapacità di sentire la sofferenza altrui. Il dolore che percepiamo, e l’attenzione prestata dalla nostra mente, è proporzionale alla distanza da noi di chi soffre e viene a mancare, ma se questa lontananza conduce all’indifferenza allora il nostro fallimento di esseri umani è completo. A volte, davanti alla sofferenza di tutti i viventi che il mondo produce, viene quasi il capogiro e la tentazione di maledire la vita come un’assurda catena di sangue e dolore, e non pensarci è una specie di autodifesa naturale che la mente produce per mantenere il proprio equilibrio, ma se questo atteggiamento diventa dominante ci toglie la capacità di empatia e di inseguire l’utopia in un mondo più giusto e più umano. Infatti l’unico modo che abbiamo per amare anche chi non conosciamo, ed è distante da noi, è essere giusti.
Il male come mancanza di empatia
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