Ho la testa tra le mani, per quanto possibile con il mio braccio ingessato… e non ho smesso di piangere da quando sono scappato. Sì, perché io sono scappato di fronte al mio sogno. Il mio sogno triturato. Stringo tra le mani la lettera per Beatrice scritta da Silvia, inzuppata delle mie lacrime. La strappo in mille pezzi con i denti e la mano sana. Abbandono i frammenti alla corrente. Lì c’è la mia anima nera. La mia anima scritta. E adesso tutti i pezzi della mia anima sono lì che annegano nella corrente e se ne vanno ciascuno per conto suo, e nessuno li potrà mai più raccogliere: nessuno. Annego in ciascuno di quei pezzi di carta. Annego un milione di volte. Adesso la mia anima non c’è più, se l’è portata via la corrente. Voglio stare da solo.
Il mio sogno triturato
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