Il mistero del Golgota e il cristianesimoIl cristianesimo non è certo ancora progredito molto nel suo sviluppo; infatti in esso non si sanno ancora ben distinguere due cose, che però solo molto lentamente e gradualmente si arriverà a distinguere. Nel vero senso del mistero del Golgota, chi è dunque un cristiano? È cristiano chi sa che con il mistero del Golgota è avvenuto qualcosa di reale, che lo spirito del Sole è vissuto in Cristo, ha effuso la propria essenza nella Terra e sa che Cristo è morto per tutti gli uomini. Sebbene già Paolo abbia annunciato che Cristo non è morto soltanto per gli ebrei, ma anche per i pagani, ancora oggi si comprendono ben poco queste parole. Si comprenderà il cristianesimo soltanto sapendo che il Cristo ha compiuto l’azione del Golgota per tutti gli uomini. Perché un conto è questo reale effetto che si è riversato dal Golgota e un altro è se ci si è appropriati di una comprensione di esso. Si deve tendere a sapere che cosa è Cristo, ma non si può mai più, dopo il mistero del Golgota, guardare a un essere umano sulla Terra diversamente che dicendo: Che tu sia cinese o indù, Cristo è morto anche per te e questo significato egli lo ha per te come per un altro. Sicché, comprendendo giustamente il mistero del Golgota, risulta una visione tale per cui, di fronte a qualsiasi uomo, qualunque sia il suo credo, ci chiediamo Quanto possiede egli di cristiano? Dovendo l’uomo acquistarsi sempre più consapevolezza di che cosa in lui è reale, è ovviamente un ideale elevato conoscere qualcosa del mistero di Cristo. Ciò si diffonderà sempre più.

Crediti
 Rudolf Steiner
 SchieleArt •   • 




Quotes per Rudolf Steiner

L'uomo è un essere che esplica la sua vita nel mezzo tra due sfere del mondo. È inserito col suo sviluppo corporeo in un mondo inferiore; con l'entità della sua anima egli forma un mondo intermedio, e tende con le forze spirituali verso un mondo superiore. Egli ha il suo sviluppo corporeo da quel che gli ha dato la natura; porta in sé come parte sua propria l'entità della sua anima; trova in sé le forze dello spirito come doni che lo guidano oltre sé stesso a prender parte ad un mondo divino.  Massime antroposofiche

Di fronte al suo scolaro il maestro rosicruciano non vuol essere in una posizione diversa da quella dell'insegnante di matematica di fronte al suo allievo.

Qui, nella nostra vita terrena, maturiamo, per così dire, nel grembo materno, per poi nascere sul piano dello spirito. I sensi che abbiamo sviluppato per percepire il mondo dello spirito dipendono dalla vita che abbiamo condotto su questa terra. Qui stiamo maturando per il mondo dell'aldilà; qui stiamo preparando i nostri occhi e le nostre orecchie spirituali per l'aldilà.

Per la chiarezza bisogna distinguere due forme di trasformazione: quella cosciente e quella inconscia. In realtà l'uomo civile, col suo io, ha trasformato inconsciamente le parti inferiori della sua natura. Nell'attuale fase evolutiva questa trasformazione è cosciente solo per il manas [corpo astrale], mentre occorre diventare iniziati per imparare a trasformare coscientemente anche il corpo eterico.  La saggezza dei Rosacroce

Si può sperimentare come, in una didattica basata sull'elemento vivente, i ragazzi traggono le cose da loro stessi.


Riferimenti