Il «non-significato» della musica
Se il compositore potesse esprimere il suo istinto oscuro di comunicazione con delle parole, se provasse la necessità di trascendere verbalmente le contraddizioni che fanno di lui un creatore, non sarebbe più un musicista, ma scrittore. […] Il musicista non arriva all’idea di musica che con la musica stessa, mezzo di comunicazione che gli appartiene in proprio; qui soltanto, dà prova al massimo della sua forza di convinzione, qui soltanto egli è irrefutabile. […] Il «non-significato» della musica è irrimediabilmente la nostra forza specifica.