Il nulla come possibilità
In una delle sue forme più coerenti il nichilismo (cfr. Essenza del nichilismo) pensa che la totalità degli enti abbia un inizio. Avere un inizio significa, per la totalità, avere un «prima». Se non avesse un «prima», se non fosse nel tempo, sarebbe eterna e non qualcosa che inizia. (O in essa vi sarebbe un eterno da cui ha avuto inizio il resto – ma questa è la prospettiva epistemico-metafisico-teologica, dove il nichilismo non ha ancora raggiunto le proprie forme più coerenti). D’altra parte essere nel tempo, per la totalità degli enti, è non essere la totalità. Appunto per questo il nichilismo intende come nulla il «prima» che precede l’inizio della totalità. Nell’ultimo paragrafo di Fondamento della contraddizione si mostra che, essendo necessario che il nulla sia la possibilità di ciò che incomincia ad essere e pertanto la possibilità dell’inizio della totalità degli enti, ed essendo necessario che la possibilità sia un modo di essere, allora, ponendo il nulla come possibilità, si afferma che il nulla è essere. Infatti, nella dimensione del nichilismo, il possibile – sia esso un ente o il nulla – è la possibilità del realizzarsi e intorno al senso del nulla del non realizzarsi, da parte degli enti, la possibilità dell’essere e del nulla (e anche in quella dimensione la possibilità è stata intesa come incontraddittorietà) ; oppure è la possibilità del realizzarsi, ma non unita alla possibilità opposta, e in questo caso è la possibilità implicata dalla «necessità» che qualcosa di non ancora realizzato si realizzi (un caso, questo secondo, che daccapo si presenta nella forma epistemico-metafisica del nichilismo). Ma di entrambi i casi va detto che il possibile non è un nulla, ma una struttura positiva, un ente, sì che intendere il nulla come la possibilità del tutto – come il «prima» dell’inizio del tutto – significa affermare che il nulla è un ente.

Crediti
 Emanuele Severino
 Intorno al senso del nulla
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Quotes per Emanuele Severino

Il grido. Sta all'inizio della vita dell'uomo sulla terra. Il grido di caccia, di guerra, d'amore, di terrore, di gioia, di dolore, di morte. Ma anche gli animali gridano; e per l'uomo primitivo grida anche il vento e la terra, la nube e il mare, l'albero, la pietra, il fiume. Ma solo l'uomo si raccoglie attorno al proprio grido, in assenza degli eventi che l'hanno provocato.  Il parricidio mancato

Il nichilismo è il destino dell'Occidente.  Il nichilismo

Infatti, è vero che Platone condanna la poesia e l'arte perché sono imitazione dell'imitazione della vera realtà del divino; ma è anche vero che tale imitazione ha pur sempre come fondamentale punto di riferimento la realtà vera, il modello divino. Sì che nella poesia e nell'arte, proprio in quanto concepite come imitazione, è possibile scorgere non solo qualcosa di negativo (come accade in Platone), ma anche il riflesso e la traccia della vera realtà divina - come verrà appunto affermato nel neoplatonismo di Plotino.  La filosofia antica e medioevale

Benedetto Croce Presentò il suo idealismo come «storicismo assoluto», giacché «la filosofia non può essere altro che filosofia dello spirito [...] e la filosofia dello spirito non può essere altro che pensiero storico», ossia «pensiero che ha come contenuto la storia», che rifugge ogni metafisica, la quale è «filosofia di una realtà immutabile trascendente lo spirito».  La filosofia dai Greci al nostro tempo

Rivolgendosi sin dall'inizio al Tutto - si è già detto -, la filosofia vede ogni cosa raccolta nel Tutto. Non si limita a vedere la diversità tra le cose, ma riesce a scorgere, insieme, la loro identità. Per quanto diverse, opposte tra loro, tra loro incompatibili, le cose appartengono tutte alla comune regione del Tutto e, per questa appartenenza, ogni cosa è identica a ogni altra.  La filosofia antica e medioevale