La psicoanalisi freudiana ha individuato per prima gli stretti rapporti esistenti tra rigidità di pensiero, proiezione paranoide e adesione acritica alle ideologie.
Le scienze psicologiche hanno successivamente confermato, con strumenti e metodologie tra loro assai diverse, questa stretta correlazione.
Negli anni più recenti le neuroscienze cliniche e sperimentali hanno dimostrato, anche attraverso gli studi di neuroimaging, come gli automatismi mentali, ripetuti nel tempo, siano in grado di ridurre significativamente il numero di reti neurali disponibili alle normali attività di pensiero.
Dall’insieme di queste osservazioni ne discende un modello ampiamente confermato a livello clinico: una struttura di personalità rigida e/o emotivamente coartata sarà piu incline a sviluppare un pensiero prevalente.
Questo tipo di pensiero è l’anticamera del pensiero paranoide centrato sulla proiezione inconscia delle proprie pulsioni aggressive, invidiose, e vendicative sull altro.
Il pensiero paranoide è quindi fondamentale nella costruzione delle ideologie, ovvero sistemi rigidi di correlazione causalistica degli eventi dove il buono è il cattivo sono sempre chiaramente distinti.
L’adesione ad una qualsivoglia ideologia comporta quindi il rischio, assolutorio per la coscienza, di divenire autoreferente per l’ideologia stessa.
In termini pratici questo vuol dire che chi si lascia intrappolare da una ideologia finisce per esserne sempre piu coinvolto, in modo del tutto acritico e inconsapevole, attraverso la costruzione di un sistema proiettivo di pregiudizi, assolutismo e orientamento manicheo.
Le neuroscienze confermerebbero ciò che Freud aveva intuito: la mente paranoide desertifica, nel senso più letterale e anatomico del termine, la capacità del cervello di rimodulare reti neurali, e, di conseguenza nuovi programmi cognitivi.
In estrema sintesi una mente prigioniera di una ideologia finisce per determinare una perdita prima funzionale e quindi anatomica di reti neurali.
In questo modo la rigidità ideologica del pensiero genera, essa stessa, la base morfo-funzionale della sua persistenza, della sua cronicizzazione e della sua amplificazione.
Il pensiero paranoide
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