Dobbiamo preparare il nuovo progresso con saggezza di prospettiva. Altrimenti non realizzeremo un vero allargamento del mondo. La nostra cultura superficiale ci induce a proiettare l’intero universo su un unico piano invece di rispettarne delicatamente le molteplici dimensioni che gli conferiscono una deliziosa e illimitata concavità. Un esempio sopprime così tutti gli altri: la scienza alla poesia, la poesia alla scienza, entrambe alla religione, e la religione ad entrambe. Vedi il reazionario che porta il passato nel presente con l’intenzione di rimuoverlo; Vedi il radicale e l’utopico che si ostina a compiere sulla scena dell’oggi i gesti che corrispondono al futuro. Quindi non abbiamo né passato né futuro, e volgendoci verso l’uno o l’altro voltiamo sempre le spalle al presente.
Facciamo lo stesso errore di prospettiva con la moralità. Oh, quanto dobbiamo parlare di questo con voce tranquilla e confidenziale affinché i giornalisti, che ingigantiscono tutto a dismisura, non ci sentano! Nessuna moralità che sia veramente può realizzarsi: le sue norme si ergono come schemi disincarnati al limite del nostro orizzonte vitale. Di lì esercitano il loro nobile ministero di punti cardinali per lo spirito. Non è un altro quid pro quo di natura simile a quello sopra menzionato il fatto che cerchiamo di fare di ogni punto della nostra esistenza un punto cardinale?
Puoi andare a nord o a sud, ma non puoi raggiungerle: non sono due città che esistono sul ciglio di una strada qualunque. Lasciamo dunque alla morale o all’insieme delle norme la sua ideale lontananza: come tali norme non possono né devono essere realizzate. La preoccupazione opposta conduce a una delle due immoralità: o il desiderio di renderle pratiche, come si suol dire, ci fa elevare alla dignità di goffe norme ricette estratte induttivamente dall’esperienza, oppure la vana pretesa di realizzare le irrealizzabili semine nella nostra costante vita irrequietezza, dualità dannosa, malcontento, sensazione di intimo fallimento.
La critica della ragion pura, Immanuel Kant
Un’opera fondamentale della filosofia moderna, in cui Kant esplora i limiti della ragione e la relazione tra esperienza e conoscenza. La sua analisi del tempo e dello spazio offre un’importante riflessione su come percepiamo il mondo e le norme morali.
Essere e tempo, Martin Heidegger
Un’opera che indaga il concetto di esistenza e il significato del tempo. Heidegger sottolinea l’importanza del presente nella comprensione dell’essere, proponendo una nuova visione della temporalità e dell’esperienza umana.
Critica della moralità, Friedrich Nietzsche
Un testo che sfida le convenzioni morali tradizionali e invita a riconsiderare i fondamenti della moralità. Nietzsche propone una visione della vita in cui le norme morali non sono statiche, ma devono essere reinterpretate in base all’individuo e al contesto.
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