Santa Teresa d’Avila trafitta da una freccia
un po’ ne vuole ancora
non vuole sopportare che si smetta.
È vestita di scogli
sfaccettature angoli
è becchime per angeli.
La veste monacale
difesa pretestuosa
a pieghe in pietra dura
oppone per proforma resistenza
all’oro incandescente
di quella punta.
Esce dalla metafora il barocco
per un perpetuo istante
(si illumina a gettone)
mette in mostra la faccia
in questo luogo abbaiante.
Risuonano gli applausi
di colpi nelle mani
dentro Santa Maria della Vittoria
fondata per gloria di guerra terrena
di papi armati come soldati.
Mistici marmi policromi
motivi militari
scudi spastici psichedelici
sul pavimento memento mori.
I committenti sono spettatori
di un altorilievo dell’ultima cena
con un Giuda
pericolante fuori dal riquadro.
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