
Non è il tempo che fonda il ritmo. È il ritmo che fonda il tempo.Carlo Sini
Se qualcuno mi chiede che cosa è il tempo, dichiaro subito la mia ignoranza: non lo so. Proprio ora sento il battere del pendolo, e la risposta sembra essere lì. Ma non è vero. Quando gli finisce la corda il meccanismo continua nel tempo ma non lo misura: lo subisce. E se lo specchio mi mostra che non sono più quello di un anno fa, neppure questo mi dice che cosa è il tempo. Solo ciò che il tempo fa. Mi si perdonino questi pensieri falsamente profondi. Niente mi avrebbe spinto ad arrancare dietro ad Einstein se non fosse stato per quella notizia dalla Francia: nel fiume Saône tutta la fauna si è estinta a causa di prodotti tossici che vi sono stati accidentalmente versati, e ci vorranno cinque anni perché si ricostituisca. Lo stesso tempo che invecchia, rovina, distrugge e uccide (addio, specchio), purificherà le acque, popolerà a poco a poco di creature, finché, passati cinque anni, il fiume risusciterà dalla fossa comune dei fiumi morti, per la gloria e il trionfo della vita (e poi si sposarono ed ebbero molti affluenti). Non avrebbe seguito questa cronaca se non fosse per quella benedizione dei cronisti, che è (qui lo confesso) l’associazione di idee.

Va trascinando il fiume Saône la sua corrente avvelenata, ed è in questo momento che una goccia d’acqua mi si disegna nella memoria, come un enorme perla sospesa, che lentamente s’ingrossa e tarda tanto a cadere e non cade fin quando la guardo affascinato. Mi circonda un fantastico ammasso di rocce. Sono all’interno del mondo, attorniato da stalattiti, da bianche tovaglie di pietra, formazioni calcaree che hanno l’aspetto di animali, di teste umane, di segreti organi del corpo – immerso in una luce che dal verde al giallo degrada all’infinito. La goccia d’acqua riceve la luce da una fonte laterale ed è trasparente come l’aria, sospesa su una forma rotonda che sembra un bulbo vegetale. Cadrà non so quando, dall’altezza di sei centimetri, e scivolerà sulla superficie liscia, lasciando un’infinitesimale pellicola calcarea che renderà più breve la prossima caduta. E poiché ci siamo fermati a guardare la goccia d’acqua, il custode di Aracena ci ha detto:
Tra duecento anni le due pietre saranno unite. È questa la pazienza del tempo. Duecento anni a fabbricare pietra, a costruire una piccola colonna, un misero moncone cui nessuno in seguito farà caso. Duecento anni di lavoro monotono e applicato, indifferente alle meraviglie che ricoprono le pareti altissime della grotta e fanno sbocciare fiori di pietra dal suolo. Duecento anni così, solo perché così deve essere. Parlo del tempo e di pietre e, tuttavia, è agli uomini che penso. Perché sono essi la vera materia del tempo, la pietra superiore e quella inferiore, la goccia d’acqua che è sangue ed è anche sudore. Perché sono essi il paziente coraggio, e la lunga attesa, e lo sforzo senza limiti, il dolore accettato e ricusato duecento anni, se così deve essere.
Quotes per José SaramagoOltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita.
L'unico miracolo che possiamo fare sarà quello di continuare a vivere, disse la moglie, difendere la fragilità della vita giorno per giorno, come se fosse lei la cieca, e non sapesse dove andare, e forse è proprio così, forse la vita non lo sa davvero, si è abbandonata nelle nostre mani dopo averci reso intelligenti, e noi l'abbiamo portata a questo.
Quale specialità, dove, e per chi, si crede che domande simili richiedano risposte, errore, è sempre con le azioni che rispondiamo e che domandiamo.
Né io posso farti tutte le domande, né tu puoi darmi tutte le risposte. Nonostante ciò, ognuno è pronto a raccontare quella che è la sua versione della storia, convinto dell’esattezza dei propri giudizi, convinto di sapere quello che è il movimento altrui, che non si può mai sapere perché o ci si muove assieme e si sa, senza bisogno di inutili elucubrazioni, o si va ognuno per conto proprio senza sapere, e per questo si ha bisogno di dire, ma si sa Vanitas vanitatum et omnia vanitas. Il vangelo secondo Gesù Cristo
Le religioni, tutte, senza eccezione, non serviranno mai per avvicinare e riconciliare gli uomini e, al contrario, sono state e continuano a essere causa di sofferenze inenarrabili, di stragi, di mostruose violenze fisiche e spirituali che costituiscono uno dei più tenebrosi capitoli della misera storia umana.
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